La Fondazione Sorlini vola alto per trasformarsi in grande museo
Carzago sogna e lo fa in grande. La Fondazione Sorlini metterà a disposizione il proprio preziosissimo patrimonio artistico (e non solo) e allestirà un museo sul modello dei più celebri delle grandi capitali. Con ricadute positive per il territorio che la ospita.
A primavera. La primavera del 2018 segnerà un momento storico per l’ente fondato nel 2000 dall’imprenditore Luciano Sorlini. I suoi discendenti, i figli Stefano e Silvia, hanno sposato il suo progetto e oggi puntano ad «aprirsi». «Vogliamo farci conoscere ad un pubblico più vasto - rimarca Stefano Sorlini, oggi presidente della Fondazione -, andando oltre l’ottica che fin qui ha caratterizzato il lavoro della Fondazione: sarà un museo con tutte le caratteristiche dei musei internazionali. Vogliamo creare un luogo aperto e vissuto, in cui sia piacevole trascorrere del tempo. Un percorso "del bello" - continua -, che possa unire sia la componente artistica offerta dalla preziosa pinacoteca di palazzo Sorlini (che raccoglie opere del Tiepolo, del Savoldo,del Pitocchetto, del Cerutti, del Carpaccio), sia quella tecnica, legata al mondo dell’aeronautica».
E lo fa non solo a livello imprenditoriale, ma anche con il cuore. Perché già Luciano Sorlini, e ora la figlia Silvia, con passione si dedica alla conservazione di un’imponente collezione di velivoli storici: custoditi tra gli hangar dello stabilimento Sorlini di Carzago e la residenza mantovana della famiglia, i più «anziani» tra gli aerei risalgono al periodo precedente la Seconda Guerra Mondiale e sono tutti in perfette condizioni.
L’intenzione, dunque, è valorizzare il binomio «arte-volo»: la bellezza della storia, nell’arte e nella tecnica.
Bellezza. Sarà una svolta importante: «La collaborazione con la famiglia Sorlini è per noi fondamentale - rimarca il sindaco, Simonetta Gabana -. E lo sviluppo di questa idea, che l’amministrazione sostiene anche dal punto di vista pratico-operativo, avrà ricadute molto positive per il nostro paese, anche e perché no di indotto». Ricadute positive per Calvagese e per l’intera regione del Garda, oltre che per il bacino cittadino, per un lavoro che, è già stato annunciato, sarà portato avanti in stretta sinergia con i sistemi museali già operanti.
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