La bandiera della pace sfrattata dall'ufficio comunale
Con le bandiere si ammaina anche la polemica. I due vessilli del Tibet e della pace esposti nell’atrio dell’anagrafe del municipio di Desenzano, prima di salire le scale che portano agli uffici comunali di palazzo Bagatta, sono stati tolti. L’operazione è stata eseguita personalmente dal sindaco Rosa Leso dopo aver avuto un colloquio telefonico col Prefetto di Brescia, Valerio Valenti, che ha mandato anche una lettera al segretario di Fratelli d’Italia, Pietro Avanzi, nella quale conferma la situazione «non consona» delle bandiere.
Al rappresentante del Governo si era rivolto proprio Avanzi; segnalava appunto che nell’ingresso della casa comunale erano esposte la bandiera del Tibet, quella arcobaleno o della pace, oltre alla bandiera dell’Unione europea. L’esposto faceva riferimento alla legge concernente le disposizioni sull’uso delle bandiere nelle sedi istituzionali: è prevista l’esposizione delle sole bandiere della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea. Alla luce di queste disposizioni, aveva scritto il segretario di Fratelli d’Italia, «l’esposizione negli edifici pubblici di simboli di qualsiasi natura, bandiere o simboli di enti, associazioni private, insegne di partito determinava una violazione».
Il sindaco aveva ribattuto informando che la bandiera italiana era regolarmente esposta al pennone dell’ingresso di via Carducci unitamente a quella del Comune di Desenzano ed al vessillo d’Europa. «Ho spiegato al Prefetto - conferma Rosa Leso - che la bandiera del Tibet era stata esposta dopo un Consiglio comunale. Poi ho personalmente tolto anche quella della pace».
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