Italia Nostra: «Stop immediato alla ciclovia del Garda, sfregia l'ambiente»
«La ciclovia del Garda sfregia l’ambiente»: Italia Nostra chiede la «sospensione immediata dei progetti e la loro completa revisione per adeguarli a criteri di sicurezza e di sostenibilità economica e ambientale».
L’appello è stato lanciato da Rossana Bettinelli, Marisa Velardita e Manuela Baldracchi, presidenti delle sezioni di Brescia, Verona e Trento dell’associazione, che in una corposa relazione evidenziano l’insostenibile impatto ambientale dell’opera e pongono una serie di questioni. La prima è la mancata fase iniziale di confronto con i portatori di interesse: «La mancanza di possibilità partecipativa sostanziale - scrive Italia Nostra - ha portato alla redazione di progetti che in tutti tre gli ambiti provinciali sono considerati di forte criticità ed invasività». Vengono sottolineati il «danno paesaggistico-ambientale» che produrrà un simile progetto e «la forte pericolosità di dissesti e di cadute sassi».
L’associazione definisce «del tutto incongruente e insostenibile» il tratto bresciano: tra Salò e Maderno, visti gli spazi angusti, per Italia Nostra la ciclovia non sarà adatta all’utilizzo da parte dei ciclisti sportivi. Lasciano perplessi anche i sette attraversamenti della 45 bis tra Gardone e Fasano. Ci si chiede inoltre che destinazione avrà l’attuale ciclabile Salò-Desenzano, realizzata dalla Provincia nei primi anni 2000, che corre quasi parallela alla futura ciclovia del Garda: «Si tratterebbe di un ulteriore ed inaccettabile consumo di suolo nonché di spreco di denaro pubblico».
Sul tratto trentino si contesta «la previsione di passerelle a sbalzo, ancora più impattanti di quella di Limone», vista la prevista copertura per risolvere il problema della caduta sassi. I tratti a sbalzo sono considerati insostenibili anche economicamente: «13 milioni al km, quando lo standard si aggira intorno al milione, con un costo totale da Riva a Limone di 65 milioni». Altre criticità vengono segnalate sulla riviera veronese.
Per Italia Nostra, insomma, è un progetto devastante che va fermato.
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