Inferno di fuoco, oltre 150 ettari in fumo e le fiamme avanzano
Una lotta senza sosta. Da terra e dall'aria. Con un impegno che coinvolge uomini e mezzi da ormai tre giorni. Il nemico da battere, vorace e sfuggente, si chiama fuoco: quello che ha ridotto in cenere già oltre 150 ettari di conifere dei boschi sopra Tremosine e Tignale, verso Passo Nota e giù fino alla Valle di Ledro.
Tre fronti su due versanti quelli che stanno cercando di contenere in particolare i mezzi della cavalleria pesante dell'aria, i due Canadair (uno dei Vigili del Fuoco e uno messo a disposizione dalla Repubblica di Croazia) e i tre elicotteri (due dei Vigili del Fuoco di Trento e uno della Regione Lombardia), chiamati ad arrampicarsi in cielo, là dove le unità di terra non possono arrivare.
Eppure il vento insiste. E porta con sé faville e aria fresca, il miglior (o peggior, a seconda delle prospettive) comburente che possa immaginarsi. La macchia secca per un ottobre quanto mai avaro di pioggia e il legno delle piante che si intrecciano fitte nel bosco offrono poi terreno fertile.
La situazione sembra quindi peggiorare invece che migliorare. E la preoccupazione monta, assieme alla stanchezza e alla fatica delle squadre.
Da ultimo, resta aperto anche il lavoro d'indagine volto a dare un nome un volto al piromane o ai piromani che hanno dato il la al devastante incendio. «Una grande vigliaccata nei confronti di un territorio di pregio, compreso all'interno di un'area protetta di interesse comunitario» come l'ha definita senza giri di parole il Direttore delle operazioni di spegnimento (Dos) del Parco dell'Alto Garda, Marco Mozzi.
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