Incidente nautico, il motoscafo viaggiava 4 volte oltre il limite
Il Riva Aquarama planato sul gozzo di Umberto Garzarella e Greta Nedrotti la sera del 19 giugno scorso andava circa a 20 nodi, quattro volte oltre il consentito.
A dirlo, nel corso del processo a carico di Patrick Kassen e Christian Teismann, i due turisti tedeschi a bordo del potente motoscafo che uccise i due giovani nel golfo di Salò, oggi presenti entrambi in aula per la prima volta, è il capitano Diego Ammirati, consulente tecnico della procura.
Dopo aver spiegato come ha ricostruito l’incidente nautico, il consulente ha escluso significativi margini di errore. «Nella ipotesi più favorevole agli imputati comunque la velocità non era inferiore ai 17 nodi». Quindi ben oltre il consentito. Il parere confermerebbe quindi quanto emerso da una simulazione della Guardia costiera quest'estate.
Non solo. Perché il gozzo di Greta ed Umberto era correttamente illuminato e segnalato quella sera. Lo stesso, il consulente della Procura Diego Ammirati non può dire per il Riva Aquarama. «La luce bianca in testa d’albero del motoscafo, quella verde e quella rossa di direzione non erano omologate - ha spiegato il consulente del pm Maria Cristina Bonomo -. Non abbiamo quindi la certezza che fossero visibili alle distanze necessarie».
Se non vi è la certezza che Greta ed Umberto potessero accorgersi di essere sulla rotta del Riva, per l’accusa invece i due tedeschi avrebbero dovuto accorgersene. L’imbarcazione dei due giovani travolti e uccisi, secondo il consulente della procura, «era visibile almeno da due miglia di distanza. E inoltre - ha spiegato il consulente - è stata illuminata dai fari di profondità del Riva almeno quattro secondi prima dell’impatto».
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