In duemila a Forlì per la beata Benedetta Bianchi Porro
Erano presenti più di duemila persone sabato mattina nella Cattedrale di Forlì per assistere alla messa solenne di beatificazione della venerabile Benedetta Bianchi Porro, e tra loro anche un nutrito gruppo di sirmionesi, che non sono voluti mancare alla cerimonia in onore della «loro» Beata.
Benedetta, nata a Dovadola nel 1936, è infatti vissuta per quindici anni a Sirmione, dove è morta nel 1964. Era presente il sindaco Luisa Lavelli, con gli assessori Elena Boschi e Maurizio Ferrari, i parroci della cittadina gardesana e una cinquantina di fedeli. Era presente naturalmente anche la sorella Emanuela, che insieme ai fratelli e ai familiari in questi anni si è spesa per far conoscere la figura di Benedetta in tutto il mondo.
«È stata un’emozione molto grande, di fronte alla quale ci si sente un po’ inadeguati - racconta la sirmionese -. Per me è sempre stata Beata, e chiunque si sia avvicinato a mia sorella ha potuto riconoscere che in lei c’era una presenza, ma quando lo dice la Chiesa ha un’universalità diversa. Benedetta ha sempre espresso gioia, anche nei momenti più difficili della malattia, e ha lasciato messaggi bellissimi di fede, amore e carità, che adesso sono di tutti».
La cerimonia di beatificazione, presieduta dal cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi, è stata celebrata da centoventi sacerdoti e venti vescovi, tra i quali quello di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, alla cui diocesi appartiene Sirmione. È stata trasmessa anche all’esterno della cattedrale, grazie all’ausilio di maxischermi, per consentire a un maggior numero di fedeli di partecipare.
«Benedetta ha trascorso a Sirmione una parte molto importante della sua vita - ricorda il il primo cittadino sirmionese Lavelli - durante la quale, a suo modo, ha valorizzato ancora di più la bellezza di questo luogo. Abbiamo intitolato a lei la nostra scuola elementare, affinché i nostri bambini possano imparare ad affrontare le avversità della vita dal suo esempio».
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