Garda

Impianto a biogas, riparte la battaglia: 3 nuovi ricorsi al Tar

Lonato, Desenzano e Castiglione mettono nel mirino le determinazioni adottate dalla Provincia di Brescia
Il Comitato Campagnoli
Il Comitato Campagnoli
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Continua al guerra del «biogas». I Comuni di Lonato, Desenzano e Castiglione hanno deciso infatti di proporre un nuovo ricorso al Tar. Nel mirino delle tre Amministrazioni pubbliche ci sono, ancora una volta, le determinazioni adottate dalla Provincia di Brescia

Nel caso specifico stavolta l’iniziativa che in termini tecnici viene definita «ricorso aggiuntivo» contesta il fatto che i responsabili del procedimento, nell’ultima pronuncia favorevole al via libera all’intervento, non avrebbero riesaminato le questioni indicate nel pronunciamento del Consiglio di Stato.

La Giunta comunale di Lonato, sul cui territorio dovrebbe sorgere il nuovo impianto, conferma il sindaco Roberto Tardani, ha già formalizzato con apposita delibera la decisione di ricorrere. Analoghi provvedimento vengono annunciati da Desenzano e Castiglione.

Al centro della vicenda c’è il progetto presentato dalla società Valli spa di realizzazione di un impianto da 3 Megawatt per produrre energia elettrica e calore. In particolare l’azienda prevede di costruire, nell’ambito dell’attività già in funzione da 17 anni, un impianto di produzione di energia elettrica a biogas alimentato da fanghi di depurazione e rifiuti organici.

La struttura, dovrebbe sorgere in località Campagnoli, al confine tra Lonato e Castiglione delle Stiviere. Le strutture tecnologiche comprendono vasche di stoccaggio e deposito, gasometro, cabina elettrica, 2 cogeneratori, 8 silos di fermentazione dei rifiuti. L’attività è stata programmata al chiuso. L’iniziativa è stata fortemente contrastata dal Comitato Campagnoli che ha raccolto oltre 10mila firme. La fase istruttoria in Provincia di Brescia si era conclusa con la pronuncia di compatibilità ambientale. Contro la quale erano stati presentati 3 ricorsi al Tar da parte dei 3 Comuni che avevano chiesto di annullare l’atto e di sospenderne l’efficacia.

Il Tar ha solo parzialmente accolto il ricorso. Insoddisfatti del risultato le tre Amministrazioni avevano proposto un nuovo ricorso al Consiglio di Stato col risultato che era stato imposto alla Provincia di riesaminare alcune questioni per poi ripronunciarsi sul provvedimento. Il responso finale ha tuttavia ribadito il giudizio positivo di compatibilità ambientale contro il quale ora arrivano altri tre ricorsi aggiuntivi. La sentenza del Tar attesa per l’estate dovrebbe chiudere il caso.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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