Garda

Il MuSa chiude col botto e si prepara alla mostra su Picasso

Oltre 45mila biglietti staccati in 8 mesi di esposizione per «Il Museo della Follia», ma l'attesa è per il 2018
Il MuSa di Salò © www.giornaledibrescia.it
Il MuSa di Salò © www.giornaledibrescia.it
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Un successo oltre le aspettative. La mostra «Il Museo della Follia. Da Goya a Bacon» ha chiuso i battenti domenica al MuSa con oltre 45mila biglietti staccati in 8 mesi di esposizione, dall’11 marzo al 19 novembre.

«È stato per il MuSa un onore ospitare questa esposizione ricca di opere meravigliose - ha commentato il direttore del museo salodiano, Giordano Bruno Guerri - e studiata sapientemente dalla mente creatrice di Vittorio Sgarbi e dei suoi. Sono felice che questa bellezza sia stata percepita e recepita dai nostri ospiti». Soddisfatto anche il sindaco Giampiero Cipani, che non si aspettava tanto consenso: «Un risultato insperato, 45mila visitatori paganti sono davvero tanti per un museo come il nostro. È la conferma che Salò deve puntare sul turismo culturale».

Ora il MuSa ha chiuso i battenti per l’inverno. Riaprirà a marzo 2018 con l’inaugurazione di nuove sezioni museali temporanee e permanenti e nuovi motivi di attrazione. Sull’evento espositivo che animerà il 2018 non si registrano anticipazioni. Ma qualche voce in paese già circola e parla di una grande mostra dedicata a Pablo Picasso. Un altro evento, insomma, destinato a consolidare la presenza del giovane museo salodiano nel circuito internazionale delle grandi mostre d’arte.

Come del resto è stata «Il Museo della Follia», che in questi mesi ha fatto respirare ai visitatori del MuSa un’atmosfera internazionale - grazie alla presenza delle opere di grandi maestri della storia dell’arte come Francisco Goya, Franz von Stuck, Francis Bacon, Adolfo Wildt - e nazionale, dal Piccio ad Antonio Ligabue - la cui mente, attraversata dal turbamento, ha dato vita ad un’arte allucinata e visionaria. Grande attenzione ha destato anche la presenza, in anteprima mondiale, di un olio di Adolf Hitler, simbolo di follia distruttrice. Intanto, proprio in questi giorni, si sta provvedendo a trasferire al MuSa il museo archeologico «A.M.Mucchi», fino ad ora situato in spazi poco funzionali a palazzo Coen, in via Fantoni.

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