Il motore di Agello... prende il volo
Per il pezzo recuperato nel Garda un trasferimento al museo dell'Aeronautica di Vigna di Valle. Il giallo: era davvero di Agello?
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Dai fondali del Garda alle rive del lago di Bracciano. Prende il volo il motore dell’aereo di Francesco Agello destinato, per ora, a migrare verso il museo storico dell’Aeronautica militare di Vigna di Valle sul lago di Bracciano. La notizia ha trovato conferma non solo a livello locale, ma anche e soprattutto dal muso dell’idroscalo più antico d’Italia dove, nel lontano 1904, fu attivato il primo cantiere sperimentale aeronautico. Qui volò nel 1908 il primo dirigibile militare italiano.
Il Museo Storico dell’Aeronautica Militare, con i suoi 13mila metri quadri di superficie espositiva coperta, è uno dei più grandi ed interessanti musei del volo esistenti al mondo. Disposto su quattro grandi padiglioni espositivi, accoglie al suo interno oltre 60 velivoli che raccontano la storia del volo militare in Italia. Fra questi c’è anche l’idrocorsa Macchi Castoldi Mc72 di color rosso del 1931, modello col quale Francesco Agello conquistò nel 1934 il record mondiale di velocità su idrocorsa, ancor oggi imbattuto.
E proprio qui è destinato a finire temporaneamente il motore di quello che si ritiene possa essere appartenuto all’idrovolante di Agello finito nel 1929 in fondo al Garda fra Desenzano e Sirmione, a causa di un incidente in fase di atterraggio. «Il motore verrà trasferito qui a Vigna di Valle - confermano al museo -. Verrà sottoposto ai necessari interventi di pulizia e consolidamento e poi potrebbe anche tornare a Desenzano. Dopo i lavori di pulizia potremo anche stabilire con esattezza a quale veivolo apparteneva. Perché dopo i sopralluoghi c’è qualche incertezza sull’attribuzione».
Tutto ruoterebbe intorno alla sigla incisa sul motore recuperato in circostanze burrascose. Come si ricorderà, sette fra sub e personale di appoggio, forti di un’autorizzazione rilasciate dalla Soprintendenza di Mantova, avevano spostato il motore che si trovava a 55 metri di profondità su un fondale più basso e vicino a riva.
L’operazione, secondo la loro versione confermata da una lettera al Comune, doveva concludersi il giorno dopo. Ma quel pomeriggio arrivarono i carabinieri del Nucleo di tutela patrimonio di Monza che bloccarono tutto e, grazie a Guardia costiera e Volontari del Garda, recuperarono il motore da allora depositato a Rivoltella.
È il motore Fiat di Agello inabissatosi nel 1929? Assodato che è un propulsore di idrovolante dell’epoca, per i gardesani la risposta è sì, perché le caratteristiche sono quelle.
Lo si saprà con certezza dopo pulizia e trattamenti conservativi che consentiranno di leggere i numeri incisi nel metallo. Quel motore resta comunque un cimelio storico. «Ci auguriamo possa tornare sul Garda, dove sarà valorizzato» dichiara Aurelio Tagliabue, presidente alla locale sezione dell’arma aeronautica.
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