Garda

Il motore di Agello: per recuperarlo, in sette nei guai

L'idrovolante del recordman di velocità finì nel 1929 in fondo al lago. Sub nei guai per l'assenza del via libera della Soprintendenza
Il motore di Agello torna a galla 85 anni (e qualche guaio) dopo
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È finita nel peggiore dei modi l’operazione di recupero del motore dell’aereo di Francesco Agello. Bloccata dai carabinieri intervenuti nel pomeriggio con un elicottero e poi a terra al porto della Zattera. I sette componenti della squadra di sub e di supporto in barca che avevano partecipato all’intervento sono stati invitati in caserma dove hanno sottoscritto un verbale. Sono stati posti sotto sequestro 4 palloni gonfiabili e le schede degli apparecchi fotografici.

A metterli nei guai, secondo le informazioni fornite dal comandante del Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Monza, sono stati due elementi. Il primo, riguarda il fatto che il motore apparteneva ad un aereo militare ed è dunque di proprietà dello Stato. L’altro, è che quella zona è sottoposta a vincolo archeologico e per operare serviva l’autorizzazione della Soprintendenza ai beni archeologici della Lombardia non essendo sufficiente quella dei Beni ambientali di Mantova. La posizione dei 7 volontari sarà valutata nei prossimi giorni.

Il tentativo di recupero, hanno raccontato i protagonisti che agivano a loro spese, era iniziato in mattinata. Il blocco motore e l’elica appartenevano ad un aereo Fiat C 29 costruito in due soli esemplari. Affidato al Reparto Alta velocità dell’Aeronautica con sede all’idroscalo di Desenzano era stato pilotato solo da Francesco Agello che nel 1934 conquisterà il record mondiale di velocità. Ebbene, in fase di atterraggio Agello nel 1929 ebbe due incidenti lesionando entrambi i velivoli. Se la cavò una prima volta il 16 luglio. Nel secondo impatto in agosto motore e elica si staccarono e finirono in fondo al lago.

Nel 1971 nel recuperare una rete di pescatori, il motore fu avvistato su un fondale di 50 metri a metà strada fra Desenzano e Sirmione. Alcuni desenzanesi, nonostante gli anni trascorsi, hanno ritrovato il punto esatto dove giaceva.

E ieri hanno avviato il recupero programmato in due fasi. La prima prevedeva il trascinamento a mezz’acqua del motore pesante 6 quintali verso il porto di Desenzano depositandolo ad una profondità di 15 metri. Il recupero doveva essere completato trascinandolo fino alla darsena della Fraglia vela e recuperato con la gru. Così non è andata. «Avevamo completato la prima fase del trasferimento ed il motore era stato posato su un fondale più basso, quando al rientro, erano le 15, è arrivato sulle nostre teste l'elicottero dei carabineri. Il motore è stato poi recuperato e depositato in una darsena di Desenzano. L'unica notizia positiva è che abbiamo potuto leggere la targhetta e quello è davvero il motore dell'aereo che tradì in fase d'atterraggio Agello. Ora la nostra preoccupazione è che questo cimelio venga o rimesso in acqua o sottoposto a trattamenti conservativi. Altrimenti si rischia di perderlo».

Ora il vecchio motore è custodito sotto sequestro sulla darsena della Nautica Carlo a Rivoltella. Ad occuparsi del recupero sotto l'egida dei Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale con sede a Monza sono stati i Volontari del Garda e la Guardia costiera. Tutto proprio ad una manciata di giorni dall'80esimo anniversario del record di velocità assoluto, tuttora imbattuto per la categoria, che Agello stabilì sempre sul Garda nel 1934 con M.C. 72, volando a oltre 709 km/h.

 

Ennio Moruzzi

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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