«Il culto del duce»: l'arte del consenso in mostra a Salò
Bronzi, statue e ritratti di Benito Mussolini per la mostra «Il culto del duce», che si potrà visitare per un anno al MuSa di Salò.
Un lungo viaggio attraverso il fascismo pensato e realizzato da Giordano Bruno Guerri, direttore del museo nonché presidente del Vittoriale, che ha scelto in tutto 33 sculture e decine di xilografie, dipinti, incisioni e ceramiche che furono funzionali alla propaganda politica del tempo per raccontare l'arte del consenso.
«In mostra solo arte e storia», è stato ribadito nel corso dell'inaugurazione ufficiale della mostra, a quanti avevano criticato l'iniziativa e avevano ritenuto inopportuno dedicare a Mussolini un'esposizione. Non ci sono state le contestazioni paventate alla vigilia, ma restano le critiche dell’Anpi, che parla del tentativo di sdoganare il fascismo.
Polemiche alimentate anche da un paio di scivoloni dell’organizzazione, come prevedere l’inaugurazione il 28 maggio, giorno della commemorazione della strage di piazza Loggia. Giordano Bruno Guerri ha ammesso di non essersi ricordato dell’anniversario, ha chiesto scusa e ha poi rinviato di un giorno. Allo stesso modo, la scelta di aprire la mostra con le note del violino della Shoah, giudicata da molti inopportuna, è stata rivista, annullando il concerto.
All'inaugurazione era presente tra gli altri Marco Bonometti. Il presidente degli industriali bresciani ha partcipato in quanto membro del cda della Fondazione Opera Pia Carità Laicale, proprietaria dell'immobile in cui ha sede il museo.
La mostra è la prima di una serie che racconterà il ventennio fascista dalle sue prime avvisaglie, al periodo di massimo consenso fino al suo epilogo. Già annunciata per il prossimo anno un'esposizione sul tema della resistenza.
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