Garda

Il belvedere porta il nome indelebile di don Gabana

Ieri all’ospedale di Desenzano l’intitolazione al cappellano della Guardia di Finanza
IL BELVEDERE DELL'OSPEDALE A DON GABANA
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Nel nome di don Giuseppe Gabana, continuare a fare squadra per il bene collettivo: potrebbe essere sintetizzato così il significato della mattinata di ieri. Al sacerdote nativo di Carzago, tenente militare cappellano della Guardia di Finanza, insignito nel 2008 della medaglia d’oro al merito civile dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stato intitolato il belvedere che affaccia sul parcheggio sud dell’ospedale di Desenzano.

Alla cerimonia, preceduta da una messa in onore del santo patrono della Guardia di Finanza San Matteo, hanno partecipato le massime cariche locali, provinciali e regionali non solo delle Fiamme Gialle, ma di tutte le forze dell’ordine e della politica, e anche i vertici del clero, con l’Ordinario Militare per l’Italia monsignor Santo Marcianò e i vescovi di Brescia, monsignor Pierantonio Tremolada, e Verona, monsignor Giuseppe Zenti. Presenti anche i familiari di don Gabana e il professor Ludovico Galli, che ha approfondito in una pubblicazione la significativa figura del prelato gardesano. Una figura che «altrimenti sarebbe stata ricordata solo dalla famiglia e dalla Guardia di Finanza di Desenzano - ha spiegato il comandante provinciale, colonnello Salvatore Russo -, la cui caserma è a lui intitolata», e attorno alla quale ieri tutti si sono stretti, svelando la targa.

«L’obiettivo - ha spiegato il direttore generale di Asst del Garda, Carmelo Scarcella - è creare un forte legame con il territorio che ha dato i natali al sacerdote e, nel contempo, contribuire a tenerne viva la memoria». Orgoglioso il sindaco di Desenzano, Guido Malinverno: «Gabana ha rappresentato con la sua opera l’unione tra fede e forze armate. Se si considera la fede anche come slancio al bene comune, noi oggi siamo qui con il suo stesso spirito: istituzioni che fanno squadra alla luce dei suoi valori».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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