Identificato il cadavere nel lago: giallo sulle cause della morte

Il giallo non è durato che 24 ore: è di Christian Prandini, un 38enne di Caselle Landi, in provincia di Lodi, il corpo senza vita riemerso dalle acque del Garda giovedì pomeriggio. E se i carabinieri sono riusciti a dare un nome a quel corpo, le cause della sua morte sono ancora tutte da chiarire: nelle prossime ore è prevista l'autopsia.  

Tra qualche giorno, dunque, appena se ne conosceranno gli esiti, sarà possibile stabilire se il 38enne sia morto a seguito di un malore o per altre cause.

L’attività della stazione dei carabinieri di Manerba è stata febbrile. Si è cercato ovunque, nessuna pista è stata tralasciata, ogni tentativo è stato speso.

Il corpo era riemerso all’improvviso dalle acque di fronte alla spiaggia vicina al porto di Dusano: giovedì pomeriggio, poco prima delle 16. Era apparso davanti agli occhi di decine di bagnanti che, dalla riva, avevano dato l’allarme chiamando il 112 e mettendo in movimento la macchina dei soccorsi. Ambulanza, uomini e mezzi di Vigili del fuoco e Guardia costiera sono convogliati in fretta verso il porticciolo manerbese: una corsa che si è poi rivelata essere senza speranza.

Immediatamente è cominciata l’intensa attività di indagine dei militari coordinati dal maresciallo Marco Fainelli. Christian Prandini non aveva con sé i documenti ed era in acqua da almeno 36 ore: sembra sia rimasto sul fondo a lungo, ma come ci sia arrivato, e da dove, non è dato sapersi. Potrebbe essere stato trascinato dalla corrente sino a Dusano da località anche molto distanti da Manerba: un giorno e mezzo è molto tempo e il Garda è un lago tutt’altro che immobile.

Nessuna denuncia di scomparsa ha aiutato i carabinieri a segnare una pista per identificarlo: non c’era nulla, insomma, che potesse in qualche modo portare ad un nome. Si è proceduto battendo uno ad uno i campeggi, le strutture ricettive di tutto il bacino gardesano.