I pinoli di Bedizzole fanno gola
La caccia al pinolo è aperta. Nelle zone di maggior produzione, in centro e sud Italia, è minacciato da una malattia che ne impedisce la nascita. Così il prezioso frutto viene ora cercato anche in aree tutt’altro che sospette: per dirne una, a Bedizzole. Gli strobili, volgarmente e certo più comunemente detti pigne, sono tesori che, almeno dalle nostre parti, vengono sottovalutati. Almeno finora. Oggi, che tra le fronde dei pini sparsi un po’ in ogni paese o ai loro piedi ci sia una ricchezza pronta per essere colta, o raccolta, sta cominciando ad essere sempre più noto. Ed è certamente noto a Bedizzole.
Perché? Lo spiega il sindaco, Giovanni Cottini: «L’estate scorsa da parte di una ditta che opera nel settore ci è pervenuta la richiesta di poter raccogliere le nostre pigne. Lì per lì ci è parso strano, ma dopo esserci informati, abbiamo acconsentito e proprio in questi giorni stipulato una convenzione. Ci è stato spiegato che il mercato del pinolo negli ultimi anni è in difficoltà perché nelle zone di maggior produzione gli alberi sono intaccati da una malattia che colpisce la pigna e impedisce la generazione del pinolo. Così, chi si occupa di questo commercio si sta guardando attorno, cercando di rintracciare i frutti anche in zone prima d’ora non battute. A Bedizzole, ma so che anche altri Comuni della zona hanno ricevuto richieste analoghe e stipulato convenzioni pressoché identiche alla nostra».
La novantina di pini marittimi bedizzolesi non daranno tonnellate e tonnellate di pinoli: i numeri non sono tali da consentire entrate di rilievo, ma qualcosa il Comune ne ricaverà comunque. Ossia risparmierà qualcosa sulla manutenzione.
Insomma, non pare esagerato affermare che anche i piccoli frutti bedizzolesi contribuiranno a sostenere il mercato italiano dei pinoli: «La ditta - specifica il sindaco - è ora autorizzata alla raccolta degli strobili da pini domestici di proprietà comunale, ma senza corrispettivo economico. In cambio abbiamo chiesto la potatura e la corretta conduttura agronomica di venti dei nostri pini marittimi, da concordasi preventivamente con l’ufficio tecnico». Per il Comune, insomma, nessun costo e nessuna entrata: al massimo godrà di un certo risparmio. La convenzione durerà un anno e non porrà alcuna responsabilità a carico dello stesso Comune: la raccolta potrà essere effettuata dal 15 ottobre ed entro il 31 marzo e l’inizio dei lavori dovrà essere segnalato con tempestività agli uffici comunali.
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