Garda

I laghi bresciani sono in riserva: cresce l'allarme per la stagione irrigua

Ieri il Garda misurava 48 cm sullo zero idrometrico, 50 meno della media del periodo. Non va meglio al lago d'Iseo
Le rocce del promontorio di Sirmione emerse dal lago per la siccità - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Le rocce del promontorio di Sirmione emerse dal lago per la siccità - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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I laghi bresciani sono in riserva. Il Garda soffre e il lago d’Iseo non sta meglio. Le speranze di un marzo piovoso si sono ormai dissolte. Neppure per i prossimi giorni è prevista pioggia. Altro che marzo pazzerello. Non resta che confidare in aprile.

Ieri il Garda misurava soltanto 48 centimetri sullo zero idrometrico, più di 50 cm sotto la media stagionale (dati degli Enti regolatori dei grandi laghi, consultabili ogni giorno qui). E calcolando che un centimetro di lago equivale a circa 4 milioni di metri cubi d’acqua, significa che mancano all’appello almeno 200 milioni di metri cubi di risorsa idrica.

Un dato che preoccupa in primo luogo gli agricoltori della Bassa e del Mantovano, i maggiori utilizzatori della risorsa idrica gardesana. «La stagione irrigua dovrebbe iniziare il primo aprile – dice il segretario generale della Comunità del Garda, Pier Lucio Ceresa – ma vedremo se si riuscirà di posticiparne l’avvio».

C’è preoccupazione anche su altri fronti. Come quello della navigazione. Se il livello dovesse scendere ulteriormente gli aliscafi veloci di Navigarda dovranno restare in porto ed essere sostituiti dai catamarani, come nell’estate del 2022. C’è poi la questione delle pompe di captazione degli acquedotti che pescano dal lago: se il livello scenderà sotto i 25-30 cm sorgeranno le prime difficoltà.

Quanto al lago d’Iseo, ieri aveva un livello di 3,7 centimetri sotto lo zero idrometrico, una situazione non così inusuale alla fine dell’inverno ma preoccupante in prospettiva. Dall’asta camuna dell’Oglio stanno entrando nel lago a Costa Volpino 16 metri cubi di acqua al secondo, contro una media del periodo di 37 e un minimo storico di 13. Come ricorda Francesco Tengattini dall’ufficio tecnico del Consorzio dell'Oglio, «il 2022 è stato un anno di primati negativi, ma l’anno scorso si partiva da una base diversa, perché le falde acquifere erano piene e soprattutto perchè nell’inverno del 2021 la neve in quota non era mancata, garantendo un apporto fondamentale alla resistenza di fiume e lago nel periodo delle irrigazioni tardo primaverili e estive».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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