Garda

Hotel Bellariva, la pratica sui fondi sarà riesaminata

Lo ha disposto il Tar: Regione e Ministero rivogliono i soldi dati per la sistemazione
AA

Il Tar di Brescia chiede il riesame della pratica con la quale Regione Lombardia e Ministero dei Beni Culturali hanno annunciato il recupero dell’acconto del finanziamento erogato al Bellariva di Gardone Riviera. Poco più di 17mila euro, prima tranche del fondo - in totale 108 mila euro - aggiudicato all’hotel per far fronte alle opere di ripristino dopo il terremoto del 24 novembre 2004. 

Danneggiato dal sisma, l’edificio, qualificato come bene culturale, ha ottenuto il riconoscimento dei finanziamenti predisposti dal Pirellone e destinati ai lavori di adeguamento strutturale e manutenzione straordinaria. Interventi che però, l’11 gennaio 2013, sono stati bocciati da un parere negativo dal Ministero che ha evidenziato diverse problematiche: intonaci armati non autorizzati, sostituzione dei serramenti invece della preventivata sistemazione degli originali e irregolarità nella documentazione dei restauri degli apparati decorativi. 

Dopo l’approvazione da parte della Regione delle linee-guida per il superamento dei pareri ministeriali di mancata conformità, i proprietari e gli affittuari dell’albergo hanno chiesto un nuovo esame degli interventi, anche questa volta finito male.
Con l’esito negativo è stato disposto il recupero dell’acconto, ovvero i 17.821 euro erogati finora. 
Ora però i giudici del Tribunale di via Zima hanno accolto la richiesta di riesame presentata da Bellariva Hotels Srl e Pia Unione Stella Alpina, «legittimata dall’approvazione di nuove linee guida da parte della Regione per il superamento dei pareri ministeriali di mancata conformità - spiega l’ordinanza -. I ricorrenti, nel chiedere il riesame della pratica, hanno prodotto nuova documentazione tecnica, allo scopo di rispondere alle obiezioni formulate dalla Direzione Regionale. Tale documentazione non è stata espressamente utilizzata nel nuovo parere negativo, che dunque sotto questo profilo è privo di idonea motivazione».

Per quanto riguarda l’effettuazione di interventi non autorizzati, continua il documento, «bisogna valutare se si tratti di opere necessarie per la messa in sicurezza dell’edificio». La trattazione del ricorso in sede cautelare riprenderà nella camera di consiglio del prossimo 5 ottobre 2016.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia