«Ho restituito tutti i libri di D’Annunzio»
Ha restituito tutti i libri, compreso quello che rimase incagliato tra i 30mila volumi della sua sterminata biblioteca e per il quale è finita a processo. Il peculato, per il quale la stessa Procura chiese la sua archiviazione, non esiste: sia sotto il profilo oggettivo, che soggettivo.
Annamaria Andreoli - presidente del Vittoriale dal 1997 al 2008 - al massimo può essere processata per appropriazione indebita, ma sarebbe fatica sprecata. Ammesso e non concesso che il reato sia ipotizzabile, la giustizia è arrivata oltre il tempo massimo: è prescritto.
È questa in estrema sintesi la difesa della professoressa accusata di essersi impossessata di alcuni libri della collezione di D’Annunzio, utilizzati per gli studi che confluirono nella pubblicazione presentata a Pescara nel 2012 in occasione del 150esimo anniversario della nascita del Vate. Come l’avvocato Massimo Bonvicini ha ricordato ai giudici, nel 2009 il Vittoriale degli Italiani è stato trasformato da ente di diritto pubblico in fondazione di diritto privato; un passaggio in virtù del quale i rappresentanti legali hanno cessato d’essere pubblici ufficiali e, pertanto, anche di rischiare un processo per peculato.
Il reato per il quale Andreoli potrebbe essere processata, in qualità di amministratore di una fondazione privata, è semmai l’appropriazione indebita: ipotesi infondata ad avviso della difesa e comunque abbondantemente cancellata dalla prescrizione. La difesa del Vittoriale non ci sta.
L’avvocato Alessandro Brizzi, che rappresenta Giordano Bruno Guerri (presidente in carica e presente in aula) ha ricordato che tutti quei volumi furono regalati da Gabriele D’Annunzio agli italiani, che chi li gestiva pertanto era ed è da considerarsi incaricato di pubblico servizio e pertanto è passibile di un’imputazione per peculato. Per decidere se dare un futuro processuale al caso o se dichiarare il non doversi procedere i giudici della Prima sezione penale (presidente Roberto Spanò) si sono presi tre mesi di tempo. Torneranno in aula con il verdetto il 28 gennaio prossimo.
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