Garda

Gargnano-Muslone, finito l'isolamento

Sarà presa oggi dal sindaco la decisione di riaprire la strada che porta alla frazione chiusa dal 12 ottobre per i crolli del monte Comer
AA

Sta per finire, grazie al radar, l'isolamento di Muslone. Sarà probabilmente presa oggi la decisione di riaprire senza limitazioni la strada per la frazione gargnanese, che dopo i crolli del 12 ottobre scorso è chiusa con ordinanza del sindaco nelle ore notturne, dalle 22 alle 6, mentre di giorno il transito è consentito solo ai residenti. «Per la riapertura è ormai questione di ore», ci ha spiegato ieri il sindaco Gianfranco Scarpetta, in attesa dal nulla osta tecnico da parte dei geologi incaricati di monitorare i dissesti del monte Comer.


Il via libera alla revoca dell'ordinanza di chiusura della strada sarà possibile grazie all'entrata in funzione del sofisticato sistema di rilievo e monitoraggio funzionante con tecnologia GBInSAR, impiegato per il controllo dei pericoli naturali e delle loro conseguenze sulle strutture civili, che terrà sotto stretta osservazione le pendici del monte Comer, dalle quali incombe su alcune abitazioni attorno alla frazione di Muslone e, più sotto, su località San Giacomo, a nord del paese, un enorme masso di 1.500 metri cubi.


Le abitazioni minacciate sono una trentina, venti delle quali abitate stabilmente. L'entrata in funzione del radar era una delle condizioni irrinunciabili richieste dai geologi per la riapertura della strada. A differenza dei geofoni e degli estensimetri posizionati nei giorni successivi allo smottamento di ottobre, che monitorano solo il grande blocco instabile, il radar sorveglia costantemente l'intero fronte sud del monte Comer. Invia impulsi elettromagnetici a microonde verso la scena osservata e registra il segnale di ritorno derivando informazioni sulle deformazioni strutturali. Il sistema consente, si legge nella documentazione comunale, «la valutazione di eventuale insorgenza di condizioni di pericolo per crolli».


Il radar è fondamentale anche per la sicurezza delle maestranze impegnate nei lavori di ripristino, a quota 320 metri, della barriera paramassi con reti in acciaio (lunga 40 metri) irrimediabilmente danneggiata dai massi crollati il 12 ottobre. Per la realizzazione della paramassi e per i sistemi di monitoraggio della montagna il Comune ha già posto a bilancio, approvando nei giorni scorsi l'assestamento generale per l'esercizio finanziario 2011, 430mila euro (di cui 150mila ottenuti grazie a un contributo regionale e 60mila stanziati dalla Comunità Montana). Serve invece 1 milione per realizzare un nuovo vallo paramassi più a monte di quello esistente.


Simone Bottura

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia