Frana a Tremosine, gli ambientalisti: «Sospendere i lavori della ciclovia del Garda»
Il giorno dopo la grossa frana di Tremosine le associazioni ambientaliste lanciano un affondo contro la ciclovia del Garda.
Quanto accaduto «non può non colpire», scrive il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda (che riunisce una trentina di sigle tra le quali Legambiente e Wwf): la frana è «avvenuta in condizioni atmosferiche assolutamente normali» e dunque «deve far riflettere tutti coloro che hanno responsabilità nel progetto della ciclovia del Garda nell’alto lago, caratterizzato dalle ammiratissime rocce strapiombanti: poiché l’infrastruttura ciclopedonale dovrebbe essere costruita agganciandola prevalentemente a lato della strada 45bis (nuova o dismessa) o a sbalzo sulla roccia (sporgenza di 5 metri) si esporrebbero i futuri utenti all’elevato, inevitabile pericolo geologico di crolli o frane».
Le associazioni ambientaliste sottolineano quindi i rischi dell'opera. L’alternativa più sicura, si legge ancora nella nota, è la navigazione con il battello, dal momento in cui «le opere di difesa non possono che mitigare il rischio, non eliminarlo». Non solo, ma per i comitati il progetto della ciclovia va in contratto con il piano urbanistico provinciale nel momento in cui «incrementa il carico antropico sulla Gardesana in una zona a «rischio geologico elevato».Visto l’aggravarsi delle condizioni climatiche, sostengono quindi le associazioni, è ora che Trentino, Veneto e Lombardia «decidano finalmente che la ciclovia del Garda nella parte settentrionale è irrealizzabile». Chiedono alla Provincia di Trento di sospendere immediatamente «la costruzione del tratto ‘Unità Funzionale 3.1’ (98 metri al costo preventivato di 2,6 milioni di euro!), la rimanente progettazione della ciclovia (UF 3 e UF 2) a sbalzo» e a tutte le istituzioni coinvolte di optare per «l’alternativa via d’acqua, investendo il denaro pubblico in un servizio alternativo di qualità e sostenibile, rendendolo vantaggioso e alla portata di tutti, offrendo al turista la possibilità di godere della bellezza del nostro territorio senza correre rischi».
Dal canto suo il sindaco di Tremosine Battista Girardi non ha mai fatto mistero della sua contrarietà a un progetto che prevede di far transitare una ciclabile ai piedi di versanti fragilissimi e pericolosi. «Sì alla ciclovia – ha sempre dichiarato -, no alle forzature. Si tenga conto dei rischi geologici. Forse per il tratto Gargnano-Limone è più opportuno pensare a una metro d’acqua al servizio del cicloturismo».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato