Finti ristoratori comprano casse di vino. L'assegno? «Cabriolet»
Si sono spacciati per ristoratori, titolari di un ristorante di Romano di Lombardia, nella Bergamasca, del quale hanno esibito le credenziali ad uno sfortunato viticoltore di Lonato. Al quale hanno acquistato un ingente quantitativo di vino. Con un assegno... cabriolet. Scoperto e inesigibile, intestato ad un marocchino del tutto allo scuro della vicenda.
Truffatori a quanto pare seriali quelli smascherati dal Commissariato di Polizia di Desenzano dopo la denuncia della vittima, che consegnata la merce ha scoperto amaramente che l'assegno avuto in cambio era carta straccia.
I tre presentatisi nell'azienda vitivinicola di Lonato - un 48enne di Romano di Lombardia, e due donne, italiane, di casa l'una a Romano e l'altra a Monasterolo del Castello, sempre nella Bergamasca - si sono qualificati come responsabili di un ristorante bergamasco, i veri titolari del quale, contattati una volta scoperta la truffa, erano però del tutto ignari del raggiro ordito dai tre.
Gli agenti, con appostamenti, analisi del traffico telefonico e altre verifiche, hanno identificato i tre e il complice albanese, un 52enne di casa a Borgo San Giacomo che ha reperito l'assegno: per loro è scattata la denuncia a piede libero. E a quanto ricostruito dagli agenti guidati dal commissario Bruno Pagani, non era la prima volta che i tre entravano in azione: avrebbero colpito in altre cantine, con l'obiettivo di immettere poi il vino ottenuto fraudolentemente sul mercato nero a prezzi ben più contenuti di quello previsto per un prodotto di qualità.
Di qui l'appello ai viticoltori della zona perché facciano molta attenzione a possibili frodi analoghe.
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