Federalberghi sul lago di Garda: «Basta autoterrorismo sulla siccità»
Prima o poi doveva accadere. Ed è successo all’antivigilia dell’estate, col vento del turismo in poppa e nel pieno dell’entusiasmo dell’anno di Capitale italiana della Cultura 2023. E lo scontro tra ambientalismo e comparto turistico si consuma nelle acque del lago di Garda. A lanciare il sasso nello stagno della polemica è Federalberghi, che in un comunicato congiunto firmato dalla delegazione bresciana e veneta e dall’Associazione Albergatori ed Imprese Turistiche della Provincia di Trento, dice «basta all’autoterrorismo sulla siccità».
«Siamo ben consapevoli che il problema esista e ne sono informati anche la politica e gli organi preposti, ma la sua narrazione va certamente cambiata e ridimensionata - si legge nel documento -. In alternativa a una narrazione allarmistica che fa degli stati emergenziali il suo leitmotiv, pensiamo siano invece maggiormente efficaci azioni di tutela del territorio basate su un cambio culturale delle persone».
Il presidente di Federalberghi Brescia Alessandro Fantini aggiunge che «ci si dimentica che sotto i 60 centimetri che mancano ce ne sono altri 150 sotto. Dire che il lago di Garda è vuoto è sbagliato e può creare seri problemi al comparto. Ci arrivano telefonate dei tedeschi che ci chiedono spiegazioni». Anzi, rilancia Fantini, «quest’anno le spiagge saranno un po’ più ampie. Vediamo il bicchiere mezzo pieno».A difendere la linea degli albergatori è l'assessore regionale al Turismo Barbara Mazzali, che auspica che «l’approccio alla "questione siccità" non sia emotivo ma razionale: gli utilizzi delle acque sono costantemente monitorati, grazie a una rigorosa programmazione delle derivazioni. A questo scopo, Regione Lombardia ha istituito uno specifico tavolo dedicato esclusivamente al Garda».
Ma sulle parole di Federalberghi non si è fatta attendere la replica di Fridays for Future Brescia. «La siccità è un problema serio - riferiscono gli attivisti -. I più importanti enti scientifici al mondo hanno ribadito che nel 2022 è stata l’estate più secca. Mettere la testa sotto la sabbia non serve a niente, anche e soprattutto per il settore turistico. Siamo in grado di evitare le peggiori conseguenze della crisi climatica e dobbiamo affrontarla come tale. Altrimenti nei prossimi anni il turismo sarà pochissimo».
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