Ecco gli alloggi per anziani, ma nessuno li vuole

Sarebbero disponibili dal giugno di quest'anno i sette mini appartamenti protetti realizzati nella casa di soggiorno per anziani di Bedizzole; lo sarebbero, se solo qualcuno presentasse richiesta per potervi accedere. Sono nuovi, anzi nuovissimi, ma desolatamente vuoti.
Spiega la situazione la presidente della Fondazione che gestisce la Rsa di Bedizzole e gli annessi mini-appartamenti, la dottoressa Greta Soncina: «La storia dei nostri sette Map (miniappartamenti) ha inizio nel 2005, quando, grazie al Fondo ricostruzione interventi sociali Lombardia, abbiamo potuto intraprendere l'opera di ristrutturazione dell'immobile che ospita i mini appartamenti, adiacente alla struttura centrale della casa di soggiorno; una volta ultimati i lavori (circa 1 milione di euro di spesa) gli alloggi sono stati utilizzati per ospitare alcuni degli anziani della Rsa nel periodo necessario alla ristrutturazione del corpo centrale».
A giugno, però, la nuova Rsa è stata inaugurata e gli ospiti alloggiati temporaneamente nei mini appartamenti protetti trasferiti alle loro stanze definitive: «Da giugno - specifica la presidente - gli appartamenti sono vuoti, se si escludono alcuni soggiorni limitati al solo periodo estivo, e nessuno ha sino ad ora presentato la propria candidatura». Ma cosa sono e come funzionano i Map? Soprattutto, perché nessuno sembra essere intenzionato a trasferirvisi? Sono alloggi autonomi, garantiscono privacy e, al contempo, sostegno a tutte quelle mansioni della vita quotidiana che, in certe condizioni di fragilità, possono divenire di difficile gestione nel proprio domicilio. I Map di Bedizzole hanno ciascuno una superficie di circa 50 metri quadri, hanno una camera con due posti letto, un bagno attrezzato senza barriere architettoniche, un locale soggiorno con cucina ed angolo tv; non mancano telefono, videocitofono e il servizio di chiamata agli operatori per le emergenze. Volendo, gli ospiti potrebbero persino portare i propri mobili da casa.
I Map sono destinati per lo più ad anziani soli o in coppia, per i quali non è necessario il ricovero in Rsa in quanto parzialmente o totalmente autosufficienti, ma anche a persone di età più giovane, ma in particolare situazione di disagio, o in condizione di fragilità. Insomma, i Map rappresentano la soluzione ideale per chi desideri un'assistenza socio-sanitaria continuativa, senza per questo rinunciare alle comodità della vita in casa.
Sul perché nessuno fino ad ora abbia presentato richiesta, interviene la stessa presidente Soncina: «Non ritengo che il problema sia da ricercarsi nell'entità delle rette (1.150 euro mensili per persona singola in un alloggio, 690 a testa per due persone nello stesso alloggio) in quanto allineate a quelle di altre strutture del genere, quanto piuttosto nel fatto che il servizio Map sia poco conosciuto e gli si preferiscano altre soluzioni, come quelle offerte dalle case albergo, che però non offrono la stessa libertà dei Map, o l'ausilio di una badante in casa».
Al momento, però, i sette mini-appartamenti restano vuoti: «Uno spreco - lo definisce Greta Soncini - oltre che un gran peccato per le risorse investite per un servizio che potrebbe essere davvero di grande utilità».
Alice Scalfi
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato