Garda

È qui la palafitta: il tesoro sommerso del Corno Sotto

Il sito è stato delimitato con boe e segnalazioni, il materiale recuperato è al museo Rambotti
Scavo aperto. Tutti i venerdì il sito del Lucone a Polpenazze può essere visitato dal pubblico
Scavo aperto. Tutti i venerdì il sito del Lucone a Polpenazze può essere visitato dal pubblico
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Spiagge assolate, panorami mozzafiato. E tesori sommersi, come i siti palafitticoli di cui il basso lago è punteggiato e degni di essere valorizzati: il Garda è ricco di storia che piano piano viene alla luce. Ed è generoso, il lago, perché questa storia la vuole condividere con le migliaia di visitatori che ogni estate affollano le sue coste. È il caso di Desenzano: in tempi recenti, grazie alla collaborazione tra il Comune e la Soprintendenza, il supporto della Regione Lombardia e l’attività subacquea dell’associazione Desireé Diving Club, è stata completata la delimitazione con boe dell’area palafitticola del Corno di Sotto.

Se sono in molti a conoscere il sito palafitticolo del Lavagnone, posto al confine tra Desenzano e Lonato, che anni or sono regalò l’aratro più antico del mondo oggi custodito in una splendida sala al museo Rambotti, non altrettanti conoscono l’esistenza dell’altra gemma desenzanese: celata alla vista da qualche metro d’acqua, la palafitta del Corno di Sotto si trova proprio di fronte al Vò. Tesoro sommerso. Oggi, grazie alla perimetrazione, si può intuire che lì sotto c’è qualcosa dal grande valore storico e culturale.

Un valore che prima i visitatori possono constatare «sul campo», grazie all’apposita cartellonista anch’essa recentemente collocata, e poi possono scoprire nelle sale del museo Rambotti, dove sono conservati ed esposti i materiali che lì sono stati recuperati negli anni: frecce, punte di vario genere.

Il Corno di Sotto è inserito tra le cosiddette «Palafitte preistoriche dell’arco alpino» patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2011. Ed è in buonissima compagnia: oltre al già citato Lavagnone, ne fanno parte anche il Lucone di Polpenazze, il Gabbiano di Manerba, le palafitte della penisola di Sirmione e quelle di Padenghe e Moniga. E se dunque il patrimonio sommerso del Corno di Sotto è oggi «fruibile» ai visitatori, lo è senza dubbio alcuno anche quello che di anno in anno sta venendo alla luce pochi chilometri più in là: sia al Lucone di Polpenazze, sia al Lavagnone, con la stagione estiva gli scavi sono in pieno svolgimento. A Polpenazze, addirittura, è stato organizzato «l’open day»: ogni venerdì fino alla fine di agosto, alle 15 c’è «A scavo aperto!», l’iniziativa che apre al pubblico il sito palafitticolo per visite guidate gratuite e senza prenotazione. Anche in inglese, peraltro, in due occasioni: il 10 e il 24 agosto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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