Desenzano perde le Frecce per Milano: protestano i pendolari
Disagi, parecchi. In termini pratici ma anche economici. E i pendolari della tratta Desenzano-Milano decidono di farsi sentire. Perché da giovedì 4 novembre sarà soppressa la fermata desenzanese dell’ultima Freccia mattutina utile per raggiungere il capoluogo lombardo in tempo per andare al lavoro o all’università. Saranno così tra le sessanta e le settanta persone quelle che dalla prossima settimana non potranno più recarsi a Milano con il treno ad alta velocità delle 7.55, dovendo ripiegare su un regionale (impiegando circa mezz’ora in più), o spendendo circa il doppio per un abbonamento cumulativo di treno regionale fino a Brescia, e di Frecciarossa da Brescia a Milano, con un notevole disagio anche logistico.
Ma non è tutto. A essere soppressa sarà anche la fermata delle 8.55, quindi il primo convoglio ad alta velocità dalla capitale del Garda per la città meneghina sarà quello delle 9.23. Senza preavviso. «Nessuno ci ha avvisato - lamenta Lorenzo Vigasio, 35enne di Manerba che si fa portavoce di una decina di pendolari costituitasi in un piccolo comitato informale -. L’abbiamo scoperto quando abbiamo cercato di comprare l’abbonamento di novembre: il viaggio si poteva selezionare fino al 3, dopodiché nessuna corsa. Ci siamo rivolti alla biglietteria e ai controllori di Trenitalia per avere chiarimenti, ma nessuno ha saputo darci spiegazioni, la decisione arriva da Roma».
A Trenitalia, Lorenzo e compagni, hanno pure scritto un reclamo, che al momento non ha ricevuto risposta. «Nei mesi scorsi era già stato abolito il treno delle 7.16 - prosegue Vigasio -, ed era stato sostituito con quello delle 7.55, che ferma anche a Peschiera alle 7.48. La fermata veneta sarà mantenuta, la nostra no, e non capiamo perché». «Chiediamo che sia ripristinata almeno una Freccia tra le 7 e le 8 del mattino».
Sulla vicenda interviene anche lo storico comitato Sbiancalafreccia: «È assurdo che si parli di una stazione Tav a San Martino e che oggi si taglino corse per i pendolari che si spostano per ragioni di lavoro o di studio e per i turisti - incalza Emanuele Busi -. Tutti gli sforzi fatti negli anni passati per rendere strategica la stazione di Desenzano, peraltro da poco ristrutturata con investimenti ingenti, svaniscono in un lampo con i nuovi orari di Trenitalia. Desenzano è la capitale del Garda e non può non essere considerata. La scelta dell’azienda è incomprensibile ed è necessario che sia rivista immediatamente questa programmazione a tutela dei cittadini».
Busi punta il dito anche sul servizio gestito da Trenord rimarcando la necessità di garantire il distanziamento sui treni regionali: «In particolare sulla Brescia-Milano è necessario proseguire con la sostituzione dei treni obsoleti». Dario Balotta (Osservatorio nazionale liberalizzazionei infrastrutture e trasporti) rileva inoltre che quello di domenica scorsa «è stato il settimo sciopero a Trenord dall’inizio dell’anno»: «Le continue proroghe della concessione e le garanzie del monopolio da parte della Regione hanno totalmente deresponsabilizzato i manager, portando appunto a questo incredibile filotto di scioperi».
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