Depuratore, la Comunità del Garda risponde al Presidio 9 agosto: «Calunnie, valuteremo vie legali»
«La Comunità del Garda respinge al mittente le accuse di procurato allarme in merito alla situazione delle condotte sublacuali trasportatrici dei reflui fognari al depuratore di Peschiera»: comincia così la nota firmata da Maria Stella Gelmini, ex ministra e presidente della Comunità del Garda, in risposta al Presidio 9 agosto, che ieri ha annunciato di aver presentato due esposti alle procure di Brescia e di Verona per denunciare un procurato allarme sul depuratore del Garda da parte, fra gli altri, anche dell’ente gardesano.
Tra i punti contestati dai comitati ambientalisti che da quasi due anni stazionano in piazza Paolo VI con un gazebo c’è «un allarme inesistente riguardo la situazione della condotta sub lacuale» del depuratore di Peschiera, dal momento che, scrivono nel ricorso, «le relazioni ufficiali del gestore unico Acque Bresciane dicono il contrario e cioè che la condotta risulta in perfetta salute».
Per Gelmini si tratta di «infondate calunnie che inficiano l’onore e la buona fede dei propri amministratori» e pertanto «la Comunità del Garda si riserva di agire per vie legali».
Secondo Gelmini l’urgenza è tutelare il lago di Garda e il progetto previsto per il nuovo depuratore del Garda è un’opera necessaria per evitare che la risorsa idrica sia compromessa: «Chi dice il contrario e, conseguentemente, rallenta le opere di riqualificazione del sistema, si assume gravissime responsabilità, ambientali, economiche e, soprattutto, sociali in merito al vitale uso idropotabile di tale risorsa idrica» conclude nella nota.
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