Garda

Depuratore del Garda, il Presidio 9 agosto: «Si rimetta in discussione il protocollo del 2017»

Oggi l'incontro con il ministro Pichetto Fratin per chiedere la rimozione del commissario e bloccare l'impianto di Gavardo e Montichiari
Il presidio contro l'attuale progetto del depuratore del Garda - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il presidio contro l'attuale progetto del depuratore del Garda - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«La principale novità emersa durante questo incontro è l’impegno preso dal ministro di convocare le regioni Lombardia e Veneto con la provincia di Trento, coloro cioè che nel 2017 hanno firmato il protocollo d’intesa sulla depurazione del Garda con il ministero dell’Ambiente, che ha dato il via a tutta questa situazione. Noi auspichiamo che venga rimesso in discussione quell’accordo e che, alla luce di questa novità, intanto si fermi tutto».

È una presa di posizione netta quella dei referenti del Presidio 9 agosto che stamattina hanno incontrato al ministero dell’Ambiente a Roma il ministro Pichetto Fratin. Una riunione alla quale hanno preso parte anche i deputati Devis Dori (Verdi), Gian Antonio Girelli e Antonella Forattini del Pd, la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Paola Pollini, l’ex deputato pentastellato, oggi coordinatore bresciano del movimento, Dino Alberti, e il consigliere provinciale Marco Apostoli.

Oggetto dell’incontro è stata la rimozione del commissario alla depurazione del Garda - figura rappresentata dalla prefetta di Brescia Maria Rosaria Laganà - per consentire alle istituzioni di poter decidere sul futuro dei territori che rappresentano e bloccare, quindi, la realizzazione del depuratore a Gavardo e Montichiari. Aspetto sul quale, però, il ministro non si è espresso. «È stata inoltre manifestata nuovamente la preoccupazione per la salute del fiume Chiese in caso di prosecuzione dell’attuale progetto – hanno dichiarato in una nota Dori, Girelli e Forattini – e chiesto di non procedere con le successive fasi senza avere preventivamente gli esiti dello studio di ecologia fluviale commissionato dalla Regione».

L’entusiasmo dei deputati e, in parte, anche dei comitati che da oltre 600 giorni manifestano in piazza Paolo VI, non è condiviso dagli esponenti del Movimento 5 Stelle che, sul mancato impegno del ministro a prendere una decisione, parlano di «scaricabarile», lo stesso - spiega Dino Alberti - «messo in atto per cinque anni dalla Lega e dall’ex Assessore Foroni, quando nessuno voleva prendersi la responsabilità di decidere. Un rimpallo di responsabilità che alla fine lascia i territori con il cerino in mano». Pollini dal canto suo, assicura però che, in Consiglio regionale, «l’opposizione lavorerà coesa per presentare alla maggioranza un atto condiviso».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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