Garda

Depuratore del Garda, «grave l’avvio lavori a dibattito aperto»

Lo dice il Presidio 9 agosto a proposito dei cantieri veronesi «Pressione politica»
DEPURATORE, LETTERA A DEL BARBA
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Lo scontro sul depuratore del Garda si arricchisce di un nuovo capitolo. A riaccendere gli animi sono le recenti dichiarazioni del presidente di Acque Bresciane Gianluca Delbarba, secondo il quale con «l’avanzamento dei lavori» sulla sponda veronese diverrebbe ora «impraticabile» l’opzione di mantenere la depurazione unica all’impianto di Peschiera e si dovrebbe procedere necessariamente alla separazione delle due sponde.

Tanto è bastato per far saltare dalla sedia gli attivisti del Presidio «9 agosto Salviamo il Fiume Chiese», che in una lettera aperta spiegano: «I cantieri aperti prevedono una biforcazione delle tubature, con un ramo a terra, su cui si va a intervenire, e uno sublacuale; in nessun modo questo tipo di intervento va a impedire la possibilità delle acque nere di raggiungere il depuratore di Peschiera. D’altronde non potrebbe essere altrimenti, perché in nessun caso la parte occidentale del lago può rimanere sprovvista della depurazione, l’alternativa sarebbe lo scenario assurdo di scaricare nel bacino l’intera fogna della parte alta bresciana».

Per gli ambientalisti, resta comunque «una grave responsabilità aver iniziato i lavori di rifacimento del collettore veronese senza aspettare che la parte bresciana ricomponesse il dibattito politico in corso e arrivasse a un progetto condiviso».

Il Presidio 9 agosto insiste che «la scelta più oculata e lungimirante rimane la separazione delle acque bianche e nere, premessa necessaria per realizzare un qualsiasi efficace sistema di trattamento dei reflui privo di impatto ambientale sulle acque del lago» ma ribadisce anche che «la volontà è quella di mettere in campo una pressione politica per favorire l’ipotesi Gavardo e Montichiari, a danno del Chiese e di tutti i cittadini bresciani, che dovranno sostenere i costi milionari di questa nefasta operazione».

Con la lettera gli attivisti - che da cinque mesi protestano in città sotto il palazzo del Broletto, sede della Prefettura - rilanciano anche la loro battaglia, nella quale i rapporti con il prefetto commissario Attilio Visconti restano particolarmente tesi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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