Depuratore, Cingolani a Visconti: avanti con Gavardo-Montichiari
Oggi arriverà un resoconto ufficiale. Ma la sostanza è semplice: il ministero della Transizione ecologica non ha nessun dubbio sulla bontà dell’attuale progetto per la depurazione della sponda bresciana del Garda. Anzi, ha invitato il commissario ad andare avanti con il doppio impianto di Gavardo e Montichiari.
L’incontro tra il ministro Roberto Cingolani e il prefetto-commissario Attilio Visconti, annunciato la scorsa settimana, si è svolto nel primo pomeriggio di ieri. Un’occasione per fare il punto sul piano di depurazione del Garda bresciano, a cinque mesi dalla nomina di Visconti come commissario straordinario.
Le questioni sul tavolo
Sul tavolo il prefetto ha squadernato le novità emerse in questi mesi. La conferenza dei servizi preliminare, chiusa lo scorso 5 ottobre, durante la quale sono arrivate 31 osservazioni. La conferma che il depuratore di Gavardo sarà realizzato sulla sponda destra del Chiese, evitando l’esproprio e l’abbattimento di alcune abitazioni. La risposta della Commissione europea all’interrogazione dell’eurodeputata dei Verdi Eleonora Evi che ha precisato come nessuna direttiva di Bruxelles faccia riferimento al «principio di prossimità», depotenziando così il valore della mozione Sarnico approvata dal consiglio provinciale un anno fa (mozione in base alla quale i depuratori vanno realizzati nel territorio che vanno a servire). Già nell’ottobre 2020 la relazione finale del tavolo tecnico del Ministero chiesto dalle associazioni ambientaliste aveva stabilito la «compatibilità ambientale» del Chiese come corpo recettore dei reflui dei due impianti. E la Cabina di regia coordinata dal direttore generale dello stesso Ministero nel maggio scorso - quando era emersa l’alternativa di Lonato - aveva chiesto di decidere in fretta, non nascondendo la predilezione per Gavardo-Montichiari.
Il prefetto incontrerà Ato e Acque Bresciane
Il summit di ieri è servito per confermare questo quadro. Un incontro «molto positivo» fanno sapere dallo staff del prefetto, durante il quale il ministro avrebbe espresso la «piena condivisione delle decisioni prese in questi mesi». A partire proprio dalla scelta del doppio depuratore di Gavardo e Montichiari, condivisa anche dal dicastero di Cingolani. Oggi Visconti farà il punto con il tavolo tecnico costituito insieme all’Ufficio d’Ambito (Ato) e Acque Bresciane. Ed è probabile che a questo punto conferisca l’incarico ad Acque Bresciane di avviare la progettazione definitiva (per ora siamo al progetto di fattibilità tecnica ed economica). Progettazione durante la quale vi sarà spazio per approfondire le eventuali criticità del progetto, a partire dall’impatto sul Chiese.
Visconti ieri, come annunciato la scorsa settimana, ha chiesto al ministro Cingolani risorse per le compensazioni ambientali lungo l’asta del fiume, attingendo anche alle risorse del Pnrr. Si vedrà. Di certo da Roma (che finanzia il progetto con 100 milioni, 60 per la sponda bresciana) è arrivata la spinta ad «andare avanti» e risolvere nel più breve tempo possibile (ma ci vorranno almeno 6 anni) i problemi del Garda. Per i contrari al progetto la strada «politica» pare insomma più stretta. Resta la via giudiziaria imboccata dai sindaci dell’asta del Chiese che, in una dozzina, hanno fatto ricorso al Tar contro le scelte del commissario.
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