Garda

Dai sindaci piovono «no» ai maxidepuratori del Garda

I primi cittadini: «Scelte sopra le nostre teste, proporremo un nostro progetto alternativo»
Il rendering dell'impianto che dovrebbe sorgere a Gavardo © www.giornaledibrescia.it
Il rendering dell'impianto che dovrebbe sorgere a Gavardo © www.giornaledibrescia.it
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Maxidepuratori del Garda, primo confronto fra Ato e sindaci dell’asta del Chiese. Un faccia a faccia chiesto da tempo dagli amministratori locali, che in più occasioni avevano lamentato il mancato coinvolgimento sulla questione. L’incontro si è tenuto ieri nella sede dell’Ato, presenti, con il direttore dell’Ufficio d’ambito Marco Zemello e il direttore tecnico di Acque Bresciane Mauro Olivieri, il presidente della Provincia Samuele Alghisi, e quasi tutti i primi cittadini dei Comuni interessati. A loro sono state illustrate da parte dell’estensore del progetto, Giorgio Bertanza, le caratteristiche dei futuri impianti previsti a Gavardo e a Montichiari. Preoccupazione. Nei primi commenti raccolti tra i sindaci, all’uscita dell’incontro al Crystal Palace, a prevalere erano perplessità e preoccupazione.

«Tutte le riserve che avevamo permangono - ha dichiarato il gavardese Davide Comaglio -. Ci è stato spiegato che eventuali alternative, che prevedessero la costruzione di microimpianti sul lago, non risolverebbero il problema dell’accumulo di fosforo, problema che invece, si è sostenuto, non vi sarebbe collettando le acque depurate nel Chiese. Inoltre, sempre secondo Ato, l’impianto di Gavardo potrebbe essere in funzione entro cinque anni, mentre ce ne vorrebbero il doppio in caso di ipotesi diverse. L’impressione che abbiamo avuto è che, in realtà, tutto fosse già stato deciso, e sopra la nostra testa». Impressione condivisa anche dai sindaci di Prevalle e di Muscoline, Damiano Giustacchini e Giovanni Benedetti.

«Si tratta di scelte calate dall’alto», hanno affermato entrambi. Mentre Marco Togni, primo cittadino di Montichiari, ha parlato di «progetti determinati sulla base di criteri e parametri stabiliti in modo mirato, così da far ricadere le scelte in luoghi precisi. Per quanto riguarda poi il depuratore che dovrebbe sorgere nel nostro Comune - ha aggiunto - il progetto che ci è stato presentato risulta ancora molto approssimativo e carente di informazioni».

Perplessità arrivano pure dal fatto che, nel corso dell’incontro di ieri, l’illustrazione dei progetti non sia stata seguita, secondo i sindaci, da una discussione approfondita. «Per le osservazioni abbiamo avuto a disposizione meno di mezz’ora - ha lamentato Comaglio -. Impossibile spiegare le nostre ragioni. Abbiamo così chiesto e ottenuto che ci venisse dato più tempo, per poter visionare la complessa documentazione. L’appuntamento è stato fissato per gli inizi di dicembre, a ridosso della data indicata per la conferenza dei servizi, che dovrebbe svolgersi subito dopo».

Già nei prossimi giorni, intanto, i sindaci del Chiese si ritroveranno insieme per decidere il da farsi. L’idea è quella di affidare a propri tecnici l’incarico di predisporre un progetto alternativo rispetto a quello di Ato.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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