Garda

Da Tokyo a Manerba, è esplosione di gioia per Jacobs e compagni

La mamma di Marcell: «Grandi soddisfazioni, non voglio dire perché è di colore, ma anche perché è di colore: rappresenta l'Italia»
"COSA VOLERE DI PIU'?"
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Un altro oro, un’altra gioia incontenibile, che dalla pista di atletica dello stadio olimpico di Tokyo si propaga fino a Manerba del Garda. È qui, all’Hotel Florence, che famiglia e amici di Marcell Jacobs si sono riuniti nuovamente per guardare la gara e tifare insieme il loro campione. Ed è un’esultanza elettrizzante quella che si scatena quando l'Italia taglia il traguardo per prima, aggiudicandosi la medaglia d'oro nella staffetta 4x100.

Grande è la gioia di mamma Viviana Masini, anche per la scelta di Marcell come portabandiera dell'Italia alla cerimonia ufficiale di chiusura dei giochi di domenica. Rappresenterà l'Italia intera, ma saranno soprattutto i bresciani ad andarne fieri. «Grandi soddisfazioni, non voglio dire perché è di colore, ma anche perché è di colore - ha detto -. È una grande soddisfazione per lui portare la bandiera ed essere l'uomo che rappresenta l'Italia».

E anche allo stadio olimpico di Tokyo tutti sono increduli dopo l'ennesima impresa dell'Italia nell'atletica: «È incredibile, queste sono proprio le Olimpiadi dell'Italia», si lascia scappare un cronista. Poco dopo, il siparietto tra Marcell Jacobs e Richard Kealty, con l'inglese che salutando e complimentandosi rimanda tutto «al prossimo anno», e l'azzurro che ringrazia e ride di gusto. Sullo sfondo della vittoria azzurra a Tokyo 2020, questa volta in una staffetta da sogno che ha esaltato ancora di più lo spirito di squadra dell'Italia, ricordano un po’ le «Notti Magiche» degli Europei di calcio, le stesse che gli organizzatori giapponesi infatti hanno lanciato dagli altoparlanti dello stadio Olimpico.

JACOBS, ORO BIS A TOKYO 2020

Il resto lo ha fatto la folta delegazione dell'ItaliaTeam dalla tribuna all'arrivo di Filippo Tortu per primo al traguardo. Cantando con i Fantastici 4 della staffetta «Volare», quello che sta facendo l'Italia dell'atletica, prima con cinque ori nel medagliere di disciplina. Ed è proprio Filippo Tortu che in zona mista rivendica il rinato dualismo tra Italia e Inghilterra: «Gli inglesi? Non è il loro anno, it's coming Rome di nuovo?». Anche se poi l'atletica non è il calcio e subito dopo l'azzurro specifica: «Battute a parte, loro sono quelli che abbiamo sempre preso d'esempio, ma stavolta sono stati loro a fare i complimenti a noi».

E se da quando ha vinto i 100 metri è sempre stato Marcell  Jacobs l'uomo copertina, oggi questo oro rilancia Tortu, con quel tuffo finale che «vale più di quel centimetro» che ha fatto la differenza tra oro e argento: «Quel tuffo - dice l'atleta delle Fiamme Gialle - dice che ogni centimetro conta e ha una storia dietro. Oggi questo crederci sempre mi ha ripagato». Lui lo sa, più di tutti: primo italiano nella storia ad esser sceso sotto il muro dei 10 secondi, negli ultimi due anni si è visto sfilare lo scettro di uomo più veloce d'Italia da Jacobs. Tra i due c'è sempre stata sana rivalità, ma bastava vedere come si abbracciavano a fine gara per capire lo spirito di questa squadra: «Oggi ho pianto prima della gara e penso che piangerò ancora molto», ammette Tortu, che ha raccontato «di aver chiesto a Lorenzo Patta "ma davvero siamo oro?". Poi - ha concluso a RaiSport il velocista azzurro - quando ho visto nel tabellone la scritta Italia non ci ho capito più nulla».

Un'Italia bella, fresca, che «ha trovato una grande alchimia, una chimica, sono tutti ragazzi simpatici e hanno fatto grandi cose per il loro Paese in questa Olimpiade», dice con convinzione da fuori Andre de Grasse, uscito sconfitto nei 100 metri da Jacobs, ma comunque campione olimpico dei 200. Scattano subito i paragoni più facili, perché se a Jacobs si chiedeva poco dopo il record europeo se pensava a battere il 9"58 di Bolt, oggi il tema era: «Siamo la nuova Giamaica? Ma quale Giamaica. Siamo l'Italia e siamo i migliori di sempre, siamo tutti e quattro superstar», ribatte Jacobs.

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