Corvi massacrano il vigneto dei record
Corvi, ghiri e arvicole devastano il più alto vigneto della provincia di Brescia. Il recinto posto a protezione dei filari di vite per bloccare le intrusioni dannose di cinghiali, cervi e caprioli nulla ha potuto contro volatili e roditori.
Se il danno economico è trascurabile, dato che il vigneto ha natura hobbistica e il suo vino non è destinato alla commercializzazione, quello storico e culturale è senz’altro rilevante. Già, perché le viti piantate da Delfino Venturini e Gianpaolo Zeni a Magasa, in località Capetél, ad un’altezza di circa mille metri sul livello del mare, hanno caratteristiche del tutto particolari.
Innanzitutto si tratta del più alto vigneto della provincia di Brescia, dato che supera per altitudine quelli della Val Camonica, dove l’uva è coltivata «solamente» fino a 750 metri. Non solo: le viti di Capetél si collocherebbero addirittura sul podio nazionale dei vigneti d’alta quota, alle spalle delle vigna di Cortina, piantumata nel 2011 a 1.350 metri, e di quella che si trova a La Salle, in Val D’Aosta, tra i 1.150 e i 1.200 (ma in questo caso parliamo di uva a bacca bianca).
La prima barbatella era stata trapianta nella primavera del 2011. Purtroppo la produzione 2013, circa un quintale di uva ormai matura, è stata quasi completamente divorata da corvi e roditori. La prima vendemmia è dunque rimandata al 2014.
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