Caporalato, oltre 200 braccianti sfruttati nei campi: tre denunce
Una presunta rete di sfruttamento della manodopera agricola straniera in nord Italia è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Riva del Garda in collaborazione con l'Inps di Brescia. Due anni di indagini hanno portato alla denuncia di tre persone per il reato di sfruttamento aggravato della manodopera e all'individuazione di oltre 200 braccianti irregolari e in nero.
L'indagine era stata avviata nel settembre 2017, dopo che la Polizia comunale Alto Garda e Ledro aveva trovato su due furgoni 25 indiani e africani denutriti, in condizioni precarie di igiene e di salute, provenienti da alcune campagne della zona. Dagli accertamenti è emerso che i braccianti fermati provenivano dalle zone del Bresciano e successivamente sono stati individuati altri 200 lavoratori irregolari nelle campagne trentine, lombarde, emiliane e piemontesi.
L'operazione, denominata Oro verde, ha quindi portato alla denuncia del datore di lavoro dei lavoratori, un indiano residente nel Bresciano titolare di una ditta che effettua servizi di volantinaggio e di supporto alle imprese, del proprio consulente del lavoro, di Brescia, e dell'utilizzatore della manodopera, un trentino proprietario dei terreni agricoli vicini a Riva del Garda.
I lavoratori hanno dichiarato di aver percepito cinque euro all'ora (se con maggior esperienza) e 20 euro per un'intera giornata (1,20 euro all'ora) se poco esperti, retribuzione inferiore del 60% a quanto previsto dal contratto collettivo del lavoro per gli operai agricoli a tempo determinato. Al termine dei controlli fiscali, è emerso che i contributi evasi ammontano ad oltre 600mila euro; le multe elevate raggiungono i 200mila euro.
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