Azienda sul Garda e prestanome in Romania per evadere le tasse
La Exit Tax non è la tassa che si paga all’uscita dall’Italia, ma l’uscita dall’Italia per non pagare le tasse. È la pratica che in molti provano e che a qualcuno riesce. A qualcuno, non ad A. C. e a C. Z., i due sessantenni bresciani destinatari del decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Brescia ed eseguito nei giorni scorsi dalle Fiamme Gialle della tenenza di Desenzano.
I due, imprenditori del settore edile, si sono visti portare via un milione e 600mila euro, 600mila euro in meno di quanto, secondo le accuse, hanno evaso proprio con la Exit Tax. Sul loro conto i finanzieri lavorano dal 2013, da quando i due, titolari di un’azienda a Desenzano, dopo aver realizzato e venduto un complesso residenziale a Castel Mella e aver incassato 9 milioni di euro, cedono le partecipazioni della loro società ed un terreno edificabile ad altre società a loro riconducibili.
Dopo aver depauperato il patrimonio sociale, A. C. e C.Z. vendono le quote ad un prestanome - una donna rumena - che provvede a portare la società in Romania proprio allo scopo di sottrarsi al Fisco e di non pagare le tasse sui 9 milioni di euro realizzati con la vendita del complesso residenziale e spesi in altro modo.
L’operazione non è riuscita. Attraverso controlli incrociati gli uomini della Guardia di Finanza di Desenzano, agli ordini del tenente Giuseppe Santucci , sono riusciti a ricostruire tutti i movimenti, e a denunciare i due per «omessa presentazione della dichiarazione dei redditi» e «sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte».
Nelle scorse ore, infine, il sequestro. La Gdf ha messo le mani su quote sociali, su beni immobili in provincia di Brescia e di Nuoro, su uno scooterone e 250mila euro in contanti, tenuti in due distinte cassette di sicurezza.
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