Assessora licenziata a Desenzano, la minoranza: «Uno spettacolo mortificante»
Il giorno dopo accade quel che ci si aspettava: la revoca delle deleghe all’assessora Daniela Plodari di lunedì sera non poteva certo passare sotto silenzio. E così da un lato le minoranze evidenziano «lo spettacolo mortificante che ancora una volta la destra desenzanese sta offrendo» (coalizione Per Desenzano), il «perenne conflitto interno alla maggioranza» (Movimento Cinque Stelle e L’altra Desenzano), il «modo di amministrare lontano dai reali bisogni dei cittadini» (Pd); dall’altro lato la Plodari è pronta a dire la sua e convoca la stampa per oggi.
Qualcosina si era già lasciata scappare lunedì sera, non appena avuta notizia del decreto sindacale che la esautorava da ogni incarico, ma oggi ci sarà modo di approfondire. Intanto approfondisce la minoranza. Primi a esprimersi (la mezzanotte era passata da poco, tra lunedì e martedì) M5s e L’altra Desenzano, per voce del consigliere Andrea Spiller: «Che all’interno della Giunta i rapporti fossero complicati era noto da mesi, ma arrivare al punto di rimuovere forzatamente un assessore dopo nemmeno un anno di mandato è fatto grave e piuttosto insolito, sintomo inequivocabile di come gli equilibri interni alla maggioranza siano fragili e precari». Spiller accenna anche all’assessora fresco di nomina, Stefania Lorenzoni: «Avvocato di Lonato. Evidentemente tra i quasi trentamila cittadini non è stato possibile trovare un profilo abbastanza competente in materia di turismo ed economia locale».
Stefano Terzi (Per Desenzano) dal canto suo ritiene sia «presto per fare analisi complete. Ma il turismo, materia che avrebbe bisogno di programmazione a lungo termine e conoscenza della realtà, passa di mano in piena stagione e la destra locale è concentrata sulle poltrone invece che sui problemi della città, quali casa, sicurezza e mobilità». Il Pd parla di «calcio dato all’assessora al Turismo all’inizio della stagione: una situazione che dice delle tensioni interne all’Amministrazione, di un clima di sospetto e sfiducia. Manifestiamo il nostro più grande disappunto per questo modo di amministrare».
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