Arco abbattuto dal furgone, dopo i lavori è «solido e sicuro»
Ora è «solido, sicuro - ha spiegato il sindaco Isidoro Bertini nei giorni scorsi alla festa per l’avvenuta ricostruzione dell’amatissimo arco di Balbiana -: se passa di nuovo il Bartolini demolisce il cassone, non più il nostro arco».
E l’annosa vicenda dell’antico manufatto della frazione dei poeti, a Manerba, si chiude con una battuta (anzi due: anche il co-parroco, don François, ci ha scherzato, quando poco prima della benedizione un camioncino sembrava proprio diretto verso la zona del nastro).
Ora, che l’arco è stato ricostruito «nel modo più preciso possibile, com’era e dov’era» (l’ha sottolineato il progettista e direttore del lavori, l’architetto Paolo Toselli) ci si può anche permettere qualche battuta: quel giorno del novembre del 2016 quando il furgone del corriere Bartolini lo rase al suolo (l’autista era al suo primo giorno di lavoro) non c’era proprio niente per cui ridere.
«È stato un evento catastrofico - ha rimarcato ancora Bertini, al taglio del nastro presente con l’assessore regionale Claudia Carzeri e numerosi cittadini -, che ha avuto un riverbero mediatico incredibile. Il nostro impegno è stato quello di ricostruirlo il più velocemente possibile». Ci sono voluti però quasi tre anni: «L’importante era ricostruirlo identico - evidenzia Toselli -. Fortuna ha voluto che mio padre (l’architetto Mario Toselli) appassionato di fotografia pochi giorni prima del crollo abbia scattato alcune fotografie in alta risoluzione ai due prospetti».
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