Ampliamento della Cameo, braccio di ferro con la Soprintendenza
«L’alternativa all’accoglimento solo parziale è la rinuncia all’intervento»: non avrebbe potuto essere più chiaro Luciano Martello, direttore tecnico della Cameo, che ieri, alla conferenza conclusiva della valutazione ambientale strategica riferita al progetto di ampliamento dell’azienda, così si è espresso in relazione al parere giunto dalla Soprintendenza. Un parere che, per il momento, non è né un sì, né un no: l’ente, di fatto, rimanda la propria decisione alla risposta che la stessa azienda è ora chiamata a fornire a una serie di osservazioni.
Osservazioni cui già ieri la Cameo ha risposto: buona parte è stata recepita positivamente; una, che in particolare riguarda il nuovo magazzino dedicato allo stoccaggio e alle spedizioni, no, perché ritenuta non fattibile dal punto di vista tecnico ed economico. E se alla Soprintendenza questo «no» non dovesse piacere, Cameo è pronta a dire addio all’intero progetto: addio ai 200 milioni di investimento, addio ai 200 nuovi posti di lavoro.
Tra i suggerimenti accolti in toto dall’azienda, il capitolo delle «mitigazioni»: verrà a crearsi una nuova fascia boschiva a ridosso della collinetta e il tetto del nuovo corpo di produzione (un capannone lungo 200 metri e alto 18) sarà coperto a verde. Pressoché nulla si può fare, invece, secondo l’azienda, per il nuovo magazzino: da progetto risulta alto 35 metri e la Soprintendenza chiede che venga spostato o abbassato per ridurne l’impatto paesaggistico: «Al massimo - spiegano gli architetti progettisti dello studio Visconti - si può abbassare di 5 metri. Quanto poi alla richiesta di spostarlo, non esistono valide e sostenibili soluzioni tecniche alternative: deve rimanere vicino alla linea di produzione. L’attuale posizionamento è stato deciso a seguito di un anno di incontri con gli enti territoriali preposti, in particolare con gli uffici provinciali, ed è già il risultato di un notevole ripensamento del progetto stesso: prima l’intervento avrebbe riguardato 41mila metri quadrati, oggi, per salvaguardare il più possibile le aree agricole, si è passati a 23mila».
Nulla, comunque, è ancora stato deciso: si è in una fase che la stessa Soprintendenza definisce «interlocutoria - dichiara il soprintendente Giuseppe Stolfi -. I vincoli sulla zona non danno prescrizioni, ma impongono una nostra valutazione. Non è il primo caso, in moltissime altre situazioni è stata trovata una mediazione». Mediazione che auspica anche il sindaco Roberto Tardani: «Non entro nel merito della valutazione ambientale, ma sarebbe un peccato che il progetto non vedesse la luce per una diatriba urbanistica. In un momento di crisi come questo, l’investimento della Cameo non può che essere visto positivamente».
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