Garda

«Alziamo la tassa di soggiorno per pagare la depurazione»

II presidente del Consorzio Garda Lombardia lancia una proposta che potrebbe valere 1,5 milioni l’anno
Una veduta aerea del Garda, il più grande lago italiano
Una veduta aerea del Garda, il più grande lago italiano
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Per la depurazione del Garda, «ci siamo anche noi». Almeno, il presidente del Consorzio Garda Lombardia, Franco Cerini, prova a lanciare l’appello: «Aumentiamo la tassa di soggiorno e destiniamo l’aumento al nuovo sistema di depurazione». Un appello che Cerini lancia sia ai «colleghi» albergatori, per la gran parte non propriamente favorevoli al rialzo della tariffa, sia alle amministrazioni comunali che si affacciano sul Garda bresciano, gli enti preposti alla definizione della tariffa stessa. 

Una tariffa per la quale nel Contratto di governo era stata indicata la soppressione, ma che il presidente Cerini propone addirittura di aumentare. Perché? Per i cospicui introiti che ne derivano, destinati alle manifestazioni e alla promozione turistica. Calcolatrice alla mano, nel 2017 l’imposta di soggiorno ha portato sulle sponde del Benaco più di cinque milioni di euro: cifra peraltro in crescita quest’anno, a seguito di alcuni aumenti già apportati in diversi Comuni, oltre che per maggiori controlli e un incremento delle strutture ricettive. Ma se l’idea di Cerini venisse sposata dai Comuni, a quanto potrebbe ammontare il contributo del turismo alla depurazione del lago? Il presidente parla di «un gesto per dire che ci siamo anche noi, un gesto di solidarietà per un problema sentito». Ma, ancora una volta calcolatrice alla mano, aumentare le tariffe attuali (sono diverse di paese in paese, e si differenziano anche in relazione alla tipologia di struttura ricettiva) di un importo compreso tra i 30 e i 50 centesimi di euro comporterebbe un tutt’altro che simbolico contributo alla causa di oltre un milione e mezzo di euro l’anno. L’opera costa 220 milioni, 100 è stato detto che li metterà il Governo, gli altri 120 dovranno essere finanziati in altra maniera: l’eventuale aumento della tassa di soggiorno potrebbe coprirne una parte.

Ma perché il turismo dovrebbe metterci becco quando in altre zone (si pensi alla Valtrompia) per i medesimi problemi si ricorre a forme di finanziamento diciamo «più tradizionali»? Per Cerini «come gardesano innamorato del lago, la tariffa andrebbe aumentata in favore della salute del Garda: la nostra acqua azzurra, diversa da quella di tutti gli altri laghi, va tutelata perché è la nostra ricchezza ed è giusto che anche i turisti facciano la propria parte. Un’operazione di questo genere, anche dal punto di vista promozionale, ci farebbe guardare da tutto il mondo con approvazione».

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