Alto Garda in fiamme: 30 anni per rimarginare la ferita
Serviranno 30 anni affinché la natura possa rimarginare la ferita inferta da un pazzo piromane al «Corno della Marogna», uno dei Siti di interesse comunitario (Sic) del Parco dell’Alto Garda, una sorta di caveau naturalistico che l’Unione europea ha individuato, tramite la Direttiva Habitat, come area destinata alla conservazione della diversità biologica.
Dopo 4 giorni infernali di fuoco e fiamme si piange la perdita di centinaia di ettari di splendido bosco, in gran parte situato nella foresta demaniale «Gardesana Occidentale», la più vasta della Lombardia.
Intanto ieri l’incendio poteva dirsi domato. Nella notte tra martedì e mercoledì il fuoco non ha fortunatamente ripreso vigore, il vento in quota non è stato eccessivo e la situazione appariva ormai sotto controllo. È così cominciato il lungo lavoro di bonifica, non facile vista la morfologia della zona colpita, i versanti montuosi ripidi e rocciosi, spesso inaccessibili, tra la Val di Bondo, Passo Nota e il Tremalzo, al confine con il Trentino, dove lunedì l’incendio aveva scollinato affacciandosi sulla Val di Ledro.
Nel frattempo proseguono serrate le indagini sulle tracce del piromane. Non ci sono dubbi sulla natura dolosa del rogo. Le fiamme, divampate tra le 22 e le 23 di venerdì 27 ottobre, sono state appiccate in due punti distinti, lontani mezzo km l’uno dall’altro.
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