Garda

Albergatori e commercianti: «Il percorso della ciclovia del Garda va ridefinito»

Diverse le criticità sottolineate dai consorzi per il tratto tra Salò e Gardone: dal peggioramento della viabilità alla sicurezza dei ciclisti
Albergatori e commercianti si oppongono al tratto tra Salò e Gardone Riviera della ciclovia
Albergatori e commercianti si oppongono al tratto tra Salò e Gardone Riviera della ciclovia
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Riprogettare il tracciato della ciclovia del Garda tra Salò e Gardone Riviera. È la richiesta che albergatori e commercianti hanno inviato ai sindaci dei due paesi e alla Comunità del Garda, per segnalare, così come aveva esortato a fare la presidente Mariastella Gelmini, le criticità da fare presenti in Regione, ente che ha redatto il progetto definitivo del tratto Padenghe-Toscolano.

Davide Sari, presidente del consorzio albergatori Carg, e Andrea Maggioni, presidente dell’associazione di commercianti Salò Promotion, pur dichiarandosi favorevoli a un progetto di valorizzazione turistica del territorio, ne rilevano molteplici punti critici. In primo luogo quelli relativi al peggioramento della viabilità e della sicurezza dei ciclisti: almeno sette attraversamenti della statale 45 bis nel tratto Salò-Toscolano; attraversamenti di numerose strade comunali a Barbarano e Gardone; presenza di tratti ibridi di estrema pericolosità in cui la ciclabile transiterà sulla 45 bis; restringimenti della 45 bis; passaggi nei centri storici (ad esempio in Fossa e in via San Carlo a Salò) che creerebbero pericolo e intralcio; rimozione di numerosi posti auto (più di 50).

Gli operatori parlano poi di affronto alla bellezza del paesaggio: «La proposta di una passerella a lago a Fasano comporta un innegabile sfregio». Ma soprattutto si teme l’impatto economico dell’opera : «L’esproprio dell’esistente pontile e il passaggio a lago davanti a Villa Paradiso, unica attività ricettiva aperta tutto l’anno, che ospita clienti di fama mondiale, produrrebbe una mancanza di privacy con ricadute economico-occupazionali per gli oltre 75 tra dipendenti e collaboratori della struttura».

Inoltre, concludono gli operatori, «si precluderebbero eventuali possibilità di sviluppo in chiave turistica dell’ex ospedale Santa Corona». Si teme, infine, anche per la «fruibilità degli spazi commerciali salodiani».

Alla luce di tutto ciò, le due associazione di categoria invitano «a rivedere il tracciato», magari pensando a un percorso a mezza collina.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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