Al Vittoriale un anno di successi: si punta ai 300mila visitatori
Un altro passo verso l’obiettivo 300mila visitatori. Un traguardo, impensabile fino a qualche anno fa, che il presidente Giordano Bruno Guerri è intenzionato a tagliare nel 2021, quando saranno trascorsi cent’anni dall’atto d’acquisto, rogato l’11 novembre 1921 dal notaio Arminio Belpietro di Salò, di Villa Cargnacco e del suo parco da parte di Gabriele d’Annunzio.
«Posso annunciare - dice Guerri - che i visitatori sono ancora una volta aumentati, da 265.146 nel 2018 a 279.328 nel 2019, con una crescita di 14.182 unità. È un risultato che ci fa ben sperare di raggiungere entro il 2021, secondo gli obiettivi, i 300.000 visitatori». Anno di successi, il 2019, anche per il Festival Tener-a-mente: 23mila spettatori da 75 province e 32 Paesi. La crescita dell’interesse per la memoria dannunziana si legge anche nell’aumento degli studiosi che hanno lavorato negli archivi, 190 esperti, il 30% in più rispetto al 2018. Crescere ancora. Ma la Fondazione non intende fermarsi.
L’obiettivo è crescere ancora: «Ci aiuteranno, nel 2020 - dice Guerri -, l’uscita del film Il Cattivo poeta, eccellente coproduzione italo-francese girata al Vittoriale, che mette in risalto le posizioni antinaziste di D’Annunzio, interpretato da Sergio Castellitto, nei suoi ultimi anni di vita». Non solo: «Il 12 marzo verrà inaugurato il Parlaggio, finalmente pavimentato con marmo rosso veronese secondo la volontà di d’Annunzio e del suo architetto Giancarlo Maroni. L’anfiteatro, progettato agli inizi degli anni Trenta e inaugurato nel 1953, per mancanza di fondi era rimasto tristemente incompiuto, una ferita di cemento nel cuore del Vittoriale».
L’opera è finanziata per 500mila euro da Regione Lombardia e da un prestito a tasso zero, per lo stesso importo, della Banca Valsabbina, mentre il resto è stato messo direttamente dal Vittoriale. Per Guerri, però, il successo maggiore è forse un altro, impalpabile: «Avere dato un indirizzo corretto, grazie ad un convegno di studi, all’interpretazione dell’Impresa di Fiume, che una storiografia d’antan considerava preludio al fascismo, se non addirittura sua anticipatrice, e che è apparsa in una luce nuova e più corrispondente alla verità storica: un’impresa che, partita dal nazionalismo irredentista, è sfociata nella ricerca di una nuova democrazia e di libertà inedite. Così l’immagine di d’Annunzio è cambiata nella giusta direzione presso il pubblico».
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