Garda

A Sirmione c’erano palafitte dove oggi sorge il castello

L’ipotesi dopo il clamoroso ritrovamento di resti preistorici durante la pulizia subacquea del fossato
I pali appuntiti scoperti sul fondale del lago di Garda a Sirmione - Foto © www.giornaledibrescia.it
I pali appuntiti scoperti sul fondale del lago di Garda a Sirmione - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Non solo rifiuti sommersi, ma anche i possibili resti di un sito palafitticolo preistorico. Potrebbe essere una straordinaria scoperta quella fatta nei giorni scorsi dai sub del Wwf e dell’associazione Talata, in acqua per la pulizia subacquea del fossato del castello scaligero di Sirmione. Un’iniziativa promossa dall’Associazione giovani, in collaborazione con il Comune, la commissione ambiente e la Direzione regionale musei Lombardia. «Certo, bisognerà attendere il parere della Soprintendenza - afferma Paolo Zanollo, volontario del Wwf Bergamo-Brescia -. Però questi pali a punta, disposti non esattamente in linea retta a ridosso della cinta muraria del castello, sono molto simili a quelli dei siti palafitticoli della Spiaggia d’oro e del Vo’ di Desenzano».

L’ipotesi che si tratti veramente di reperti di costruzioni abitative preistoriche è del resto molto plausibile, dal momento che in tutta la zona del basso Garda è ampiamente documentata la presenza di siti palafitticoli risalenti all’età del bronzo. La scoperta, come si diceva, è stata fatta nel corso della seconda edizione della pulizia subacquea del fossato del castello, sui lati nord e ovest.

Rifiuti recuperati dal lago

Un’iniziativa che ha visto impegnati una quindicina di volontari, tra sub e ragazzi dell’Associazione giovani guidata da Nicolò Sarno, divisi tra canoe e un motoscafo messo a disposizione gratuitamente dal consorzio di motoscafisti Sirmione Boats.

«Lo scorso anno avevamo raccolto i rifiuti più ingombranti - riferisce ancora Zanollo -, mentre questa volta ci siamo concentrati sugli oggetti più piccoli. Abbiamo trovato occhiali, giocattoli, ombrelli, cellulari e anche un drone. Ma soprattutto tantissima plastica come bottiglie, bicchieri e cannucce». Una decina di sacchi il «bottino» raccolto sui fondali del fossato. Più una rosta, la rete che un tempo veniva utilizzata per la pesca delle anguille. «Oltre a inquinare perché sono di nylon, polistirolo e piombo - chiarisce il volontario del Wwf -, queste reti rischiano di diventare trappole per gli uccelli acquatici e sono pericolose anche per i bagnanti». «Ci sono ancora tanti altri rifiuti da raccogliere», conclude Zanollo, e l’assessore con delega all’Associazionismo Roberto Campagnola assicura: «Si può e si deve fare più spesso. L’iniziativa è lodevole, ci impegneremo per supportarli a organizzare altre giornate analoghe».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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