Garda

45 milioni di piccoli coregoni per Garda e Sebino

Si sta ultimando la cattura delle uova, che poi cresceranno nei centri di Desenzano e Clusane
Le uova di coregone lavorate nell’incubatoio © www.giornaledibrescia.it
Le uova di coregone lavorate nell’incubatoio © www.giornaledibrescia.it
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Ripopolare di pesce le acque dei nostri laghi maggiori è un’operazione fondamentale per le attività dell’uomo e la natura. Il lavoro è in corso da qualche giorno, iniziato con il reperimento delle uova da parte dei pescatori volontari e degli agenti della Polizia provinciale, col coordinamento di Ufficio pesca e Assessorato caccia e pesca della Regione Lombardia.

Le date. Per il 2019 la campagna ittiogenica prevede l’accrescimento e poi la liberazione nei due bacini di 45 milioni di piccoli di coregone laverello, la colonna portante del pescato degli 80 professionisti bresciani. Le catture - fissate quest’inverno dal 18 dicembre al 4 gennaio sul Sebino e dal 28 dicembre al 14 gennaio sul Benaco - termineranno entro i termini previsti se la temperatura dell’acqua non sarà troppo tiepida (il coregone ama temperature basse) come già successo negli ultimi anni, e avrà garantito buone pescate per recuperare le uova dalle femmine gravide. Complessivamente le giornate di pesca in deroga sono otto in ciascun lago.

I numeri. Per la precisione la «produzione» del nuovo pesce è fissata in 40 milioni di esemplari sul Garda e 5 milioni sull’Iseo, in pratica il massimo della capacità degli incubatoi di Desenzano e di Clusane. I pescatori di professione che collaborano alle campagne ittiogeniche sono 41 sul lago più grande e 13 su quello più piccolo. A occuparsi del servizio, sorvegliando le campane e le vasche che contengono le uova e in seguito i neonati avannotti, sono la Fipsas di Brescia sul Garda e l’associazione iseana Sebino Franciacorta sull’Iseo.

«A Clusane - ha ricordato l’assessore Fabio Rolfi - sono state superate le difficoltà che avevano contraddistinto il primo anno di attività dell’incubatoio (due anni fa), quando la captazione di acqua dal pozzo aveva creato più di una grana. Oggi quei problemi sono alle spalle, visto che quel sistema è stato sostituito con l’attingimento dell’acqua direttamente dal lago, con la garanzia in ogni momento che la temperatura è ideale alla schiusa delle larve».

Tempi e temperature. Proprio la schiusa delle uova infatti è influenzata in fatto di tempistica dalla temperatura dell’acqua. Lo scorso anno nel più tiepido Benaco c’erano voluti circa 30 giorni, nel più freddo Sebino si erano superati i 40. Dopo l’apertura le larve verranno tenute in impianto alcuni giorni, fino al riassorbimento del sacco vitellino, e poi seminate nei laghi.

La campagna ittiogenica 2019 non si limiterà al solo coregone. Per entrambi i bacini è prevista una produzione di luccio stimabile tra le 20.000 e le 50.000 larve, tra i mesi di febbraio e marzo; sul solo Garda si procederà anche al ripopolamento del carpione con 3.000-5.000 larve alla fine di gennaio, mentre per l’Iseo arriveranno tra le 70.000 e le 100.000 larve di cavedano e tinca a maggio. Le attività ittiogeniche sono a carico di Regione Lombardia.

La campagna prevede la collaborazione volontaria dei pescatori di professione e l’apporto della Polizia provinciale di Brescia per il coordinamento e controllo delle pescate, il conferimento delle uova agli incubatoi, e le semine a lago. I costi di gestione dei due impianti di produzione sono previsti in 150.000 euro l’anno.

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