Schmit il finto sfidante di Ursula von der Leyen: il podcast «La Tribuna»

In vista delle elezioni europee ecco il nuovo appuntamento quotidiano con «La Tribuna», la rubrica di approfondimento con uno sguardo a ciò che accade fuori dall’Italia nella corsa all’Europarlamento
Il lussemburghese Nicolas Schmit spitzenkandidat dei Socialisti
Il lussemburghese Nicolas Schmit spitzenkandidat dei Socialisti
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In vista delle elezioni europee ecco il nuovo appuntamento quotidiano con «La Tribuna», la rubrica di approfondimento con uno sguardo a ciò che accade fuori dall’Italia nella corsa all’Europarlamento. Grazie a una sperimentazione della redazione del Giornale di Brescia con l’intelligenza artificiale, la rubrica è disponibile ogni giorno anche in formato audio: tutte le puntate del podcast sono disponibili su Spreaker, Spotify e le principali piattaforme di ascolto.

La formula dello spitzenkandidat (miglior candidato, ndr) è stata introdotta nel 2014, quando il Parlamento europeo ha incoraggiato i partiti continentali ad indicare all’inizio della campagna elettorale un loro candidato per la guida della futura Commissione europea.

In questo modo i cittadini votando possono indirettamente indicare la loro preferenza su cui dovrebbe, a loro parere, guidare il futuro esecutivo dell’Ue. In realtà la procedura di scelta del presidente della Commissione è più complessa: il Consiglio europeo, composto da capi di stato e di governo, immediatamente dopo il voto europeo prende in esame in nome espresso dal partito che ha ottenuto la maggioranza alle consultazioni continentali e poi formula la propria proposta, che solo a quel punto viene votata dal Parlamento europeo. Per ora il processo ha funzionato a pieno regime una volta su due.

La prima, quando Jean-Claude Juncker indicato dal Ppe che ha vinto le elezioni nel 2014 è poi diventato presidente della Commissione Ue. Non è stato così nel 2019, quando il Ppe ha sì vinto le elezioni ma lo spitzenkandidat, al bavarese della Csu, Manfred Weber è stata preferita Ursula von der Leyen dopo un accordo tra Merkel, Macron e Sanchez. Oggi la von der Leyen corre per la riconferma ufficialmente appoggiata dal Poe, ma attorno al suo nome vi sono forti perplessità. Se ciò accade per il candidato di punta del partito che già fin d’ora sa che vincerà le elezioni, allora figurarsi cosa ne è dei contendenti degli altri partiti (conservatori sovranisti e ultradestra non lo hanno mai indicato).

Al momento il caso più interessante è però quello del lussemburghese Nicolas Schmit, candidato di punta dei socialisti e democratici, seconda forza del Parlamento europeo uscente che non ha possibilità di superare il Ppe. Il settantenne Schmit è commissario Ue uscente per il lavoro e diritti sociali, per una decina d’anni ha fatto il ministro in Lussemburgo e in questi cinque anni alla Commissione Ue nessuno si è accorto di lui, se non in questi ultimi mesi quando è riuscito ad ottenere un primo via libera alla direttiva europea sui lavoratori delle piattaforme. Quando è stata formalizzata la sua scelta da parte dei socialisti, tutti si sono interrogati sulle ragioni per cui è stato indicato un politico sconosciuto. E in questi giorni anche Politico ha sostenuto che Schmit per von der Leyen più che uno sfidante sia già un suo potenziale vicepresidente. Quello che è diventato Frans Timmermans, il socialista belga che sfidò Weber nel 2019.

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