L’ultradestra tedesca resiste a tutto: il podcast «La Tribuna»

In vista delle elezioni europee ecco il nuovo appuntamento quotidiano con «La Tribuna», la rubrica di approfondimento con uno sguardo a ciò che accade fuori dall’Italia nella corsa all’Europarlamento
Alice Weidel, leader di AfD e alla guida della delegazione al Bundestag - © www.giornaledibrescia.it
Alice Weidel, leader di AfD e alla guida della delegazione al Bundestag - © www.giornaledibrescia.it
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In vista delle elezioni europee ecco il nuovo appuntamento quotidiano con «La Tribuna», la rubrica di approfondimento con uno sguardo a ciò che accade fuori dall’Italia nella corsa all’Europarlamento. Grazie a una sperimentazione della redazione del Giornale di Brescia con l’intelligenza artificiale, la rubrica è disponibile ogni giorno anche in formato audio: tutte le puntate del podcast sono disponibili su Spreaker, Spotify e le principali piattaforme di ascolto.

Alternative fuer Deutschland è più forte degli scandali. Il partito tedesco di estrema destra, pur avendo arrestato la sua vorticosa ascesa elettorale, per tutti i sondaggi è ancora al secondo posto con il 17% alle spalle dell’Unione ma davanti all’Spd oggi accreditata del 15 per cento. Gli ultimi mesi, tuttavia, per AfD sono stati molto turbolenti.

Innanzitutto, il famigerato tema della «remigrazione»: in un incontro segreto che si è tenuto il 25 novembre 2023 a Potsdam, vicino a Berlino i funzionari dell’AfD si sono incontrati con i rappresentanti di un movimento neonazista per discutere un progetto di deportazione su larga scala rivolto agli stranieri e ai tedeschi di origine straniera definiti «tedeschi non assimilabili». Un tema che avrebbe dovuto far parte del programma elettorale, ma che dopo le polemiche è scomparso.

Il tema è talmente spinoso che Marine Le Pen leader del Rassemblement National, alleato con la Lega di AfD nel gruppo europeo Identità e Democrazia, ha chiesto chiarimenti ed una smentita ufficiale ai vertici del partito tedesco. Smentita che non è mai arrivata visto che Alice Weidel, leader di Afd al Bundestag, ha prima incontrato la Le Pen a Parigi poi ha inviato una lettera mezzo stampa in cui non prende totalmente le distanze dal piano di remigrazione. Solo dopo le Europee si capirà se Le Pen è ancora disposta a restare nello stesso gruppo parlamentare a Strasburgo.

Nel frattempo, Petr Bystron, parlamentare dell’AfD e secondo in lista per le europee è accusato di aver ricevuto soldi dal Cremlino per promuovere propaganda russa. Una notizia che segue quella sulle accuse di spionaggio e corruzione da parte della Cina nei confronti di Maximilian Krah, il top candidate di AfD per l’Europarlamento. Come se non bastasse tre giorni fa Björn Höcke, leader del partito in Turingia ed esponente dell’ala più radicale, è stato condannato ad una multa di 13mila euro per l’utilizzo di slogan nazista. Durante un comizio elettorale a Halle, Höcke ha detto: «Tutto per la nostra patria, tutto per la Sassonia-Anhalt, tutto per la Germania». Si tratta di una frase che utilizzavano le Sa, le Sturmabteilung hitleriane.

In Germania certe frasi naziste sono vietate nei discorsi pubblici, l’accusato si è giustificato sostenendo che è stata una casualità. I giudici non gli hanno creduto. Ma la multa non ha cambiato il gradimento di AfD in Turingia dove Höcke si candiderà a settembre per diventare presidente del Land: nell’ultimo sondaggio il suo partito è saldamente in testa con il 30%.

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