La sterzata verso destra della Croazia: il podcast «La Tribuna»

Continua la rubrica sulle elezioni europee con uno sguardo a ciò che accade fuori dall’Italia nella corsa all’Europarlamento, disponibile anche in formato audio grazie all’intelligenza artificiale
Il premier croato Plenkovic - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il premier croato Plenkovic - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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In vista delle elezioni europee torna l’appuntamento quotidiano con «La Tribuna», la rubrica di approfondimento con uno sguardo a ciò che accade fuori dall’Italia nella corsa all’Europarlamento. Grazie a una sperimentazione della redazione del Giornale di Brescia con l’intelligenza artificiale, la rubrica è disponibile ogni giorno anche in formato audio: tutte le puntate del podcast sono disponibili su Spreaker, Spotify e le principali piattaforme di ascolto.

In Croazia è in dirittura d’arrivo il nuovo esecutivo, che sarà composto dal partito Hdz - l’Unione democratica croata, che appartiene alla famiglia del Ppe e il partito di destra Demovinski Pokret (tradotto Movimento patriottico). Questi ultimi si sono avvicinati a Identità e Democrazia il partito europeo di ultradestra una cui delegazione, guidata dall’italiano Marco Zanni, già nello scorso ottobre è volata a Zagabria per un primo incontro conoscitivo. Si annuncia quindi un governo fortemente spostato a destra.

Ma per capire che aria tira alla vigilia della nascita del governo più a destra della storia politica croata dall’indipendenza ad oggi, basta dire che gli esponenti di Dp (che portano in dote 14 deputati) hanno accettato di trattare con Plenkovic e l’Hdz (che ha ottenuto 61 seggi) a patto che fossero esclusi dai negoziati i deputati della minoranza serba che insieme ai rappresentanti degli altri partiti etnici hanno sostenuto il governo uscente proprio di Plenkovic. Con questa situazione politica interna altamente divisiva il Paese si avvicina anche alle elezioni europee del prossimo giugno.

Secondo l’ultimo sondaggio di Eurobarometro solo il 57 per cento dei croati sarebbe intenzionato a votare nel caso si votasse la settimana prossima, un dato più basso di quello paneuropeo che è invece al 71 per cento. Ma il dato più preoccupante arriva da un sondaggio realizzato da Ipsos lo scorso aprile sullo stato della democrazia nel mondo: in Croazia solo il 19 per cento degli intervistati si è dichiarato soddisfatto di come funzionano le istituzioni democratiche nel proprio Paese.

La Croazia il primo luglio del 2013 è stato il 28esimo Paese ad entrare nell’Unione europea. L’ultimo. Prima che se ne andasse il Regno Unito e si tornasse al formato a 27. E dal primo gennaio del 2023 è stato anche il ventesimo ed ultimo Paese ad entrare nell’Eurozona. Lo stato membro più giovane ma che fatica di più ad innamorarsi dell'Unione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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