In Polonia ristabilito lo stato di diritto: il podcast «La Tribuna»

Continua la rubrica sulle elezioni europee con uno sguardo a ciò che accade fuori dall’Italia nella corsa all’Europarlamento, disponibile anche in formato audio grazie all’intelligenza artificiale
Il premier polacco Donald Tusk - Foto Epa/Lukasz Gagulski © www.giornaledibrescia.it
Il premier polacco Donald Tusk - Foto Epa/Lukasz Gagulski © www.giornaledibrescia.it
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In vista delle elezioni europee riparte l’appuntamento quotidiano con «La Tribuna», la rubrica di approfondimento con uno sguardo a ciò che accade fuori dall’Italia nella corsa all’Europarlamento. Grazie a una sperimentazione della redazione del Giornale di Brescia con l’intelligenza artificiale, la rubrica è disponibile ogni giorno anche in formato audio: tutte le puntate del podcast sono disponibili su Spreaker, Spotify e le principali piattaforme di ascolto.

Il fronte est dell’Unione europea vive una fase decisamente complicata, a partire dal 24 febbraio 2022, da quando cioè la Russia ha avviato un’invasione su ampia scala in Ucraina. In particolare la Polonia, si è trovata in prima linea e il suo protagonismo sia nell’accogliere un milione di profughi ucraini sia nel dettare la linea dura alla Nato non è passata inosservata. Non è un caso dunque che ieri nella stanza dove si tengono le riunioni del governo polacco sono state trovate delle cimici e che un giudice che aveva accesso a documento classificati ieri si sia presentato in Bielorussia chiedendo asilo politico. Una scelta quanto meno bizzarra, la richiesta di asilo nell’unico paese europeo dove c’è ancora la pena di morte.

Questa spy story ha in qualche modo messo in secondo piano una notizia di grande peso politico: dopo 7 anni la Commissione europea ha annunciato che è stata chiusa la procedura contro la Polonia secondo l’articolo 7 dei trattati europei. Non esiste più un rischio evidente di violazione dello stato di diritto, in particolare sull’indipendenza della magistratura. La ricognizione è stata avviata dopo che alle elezioni del 15 ottobre del 2023 le forze europeiste guidate dalla Coalizione civica (affiliata al Ppe) dell’ex premier e già presidente del Consiglio europeo Donald Tusk hanno vinto le elezioni e formato un nuovo governo. Si è chiusa così una fase iniziata il 25 ottobre 2015 con la vittoria elettorale dei nazionalpopulisti PiS, il partito Diritto e Giustizia, a lungo egemone nella famiglia europea dei Conservatori e Riformisti, l’Ecr oggi presieduto da Giorgia Meloni.

Sin da subito il governo Szydlo (e poi quello guidato da Morawiecki) è andato in rotta di collisione con l’Unione europea. In particolare la decisione di sottomettere i giudici alla valutazione di un istituto nominato dal Governo. Con il cambio di governo Tusk si è impegnato ad attuare tutte le sentenze della Corte di Giustizia e ha riconosciuto il primato del diritto Ue. Il Paese arriva all’appuntamento elettorale continentale con un testa a testa proprio tra la Coalizione civica accreditata del 33% (21 eurodeputati) e Diritto e Giustizia al 29% (17 eletti), segue una coalizione di forze liberali e popolari al 14% e poi il nuovo partito di ultradestra Konfederaçia al 13%. Si tratterà comunque di un test per il governo in carica, in uno scenario, quello polacco, in cui lo scontro politico è sempre esasperato.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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