Il veto di Orbán blocca il partito romeno Aur: il podcast «La Tribuna»

È il secondo partito nei sondaggi in Romania, ma è diviso tradizionalmente dal partito ungherese di Orbán e questo è uno dei motivi per cui non ci sarà un gruppone sovranista alle elezioni europee
George Simion, leader del partito ultra nazionalista romeno Aur - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
George Simion, leader del partito ultra nazionalista romeno Aur - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
AA

In vista delle elezioni europee ecco il nuovo appuntamento quotidiano con «La Tribuna», la rubrica di approfondimento con uno sguardo a ciò che accade fuori dall’Italia nella corsa all’Europarlamento. Grazie a una sperimentazione della redazione del Giornale di Brescia con l’intelligenza artificiale, la rubrica è disponibile ogni giorno anche in formato audio: tutte le puntate del podcast sono disponibili su Spreaker, Spotify e le principali piattaforme di ascolto.

Il progetto di costituzione di un maxi gruppo che al Parlamento europeo riunisca tutte le forze sovraniste e possa diventare più numeroso anche del Ppe è decisamente arduo, nonostante alcune suggestioni giornalistiche, a pochi giorni dal voto, continuino a parlare di avanzata dell’estrema destra ai danni, in particolare, dei liberali e delle forze che a livello continentale ruotano attorno a Macron.

In realtà il gruppone sovranista non vedrà la luce. Su molte policies le differenti forze della destra europea differiscono, così come sulla condotta in politica estera. Non possono bastare i temi unitivi dell’antieuropeismo o dell’euroscetticismo. Come se non bastasse ci sono state delle esclusioni pesanti, come quella di AfD, che attualmente Lega e Rassemblement National hanno deciso di espellere dal gruppo di Identità e Democrazia. Per ora ai tedeschi è arrivata l’offerta dei bulgari di Vazrazhdane (Verità), non iscritti accreditati del 15% e di quattro eletti, di formare un nuovo asse sovranista.

Ma poi ci sono i veti incrociati tra partiti, per ragioni nazionalistiche. È questo il caso del movimento romeno di Aur (Alleanza per l’Unita dei romeni) che sarebbe per unirsi ai Conservatori e Riformisti o Identità e Democrazia. Attualmente è il secondo partito nei sondaggi in Romania (dove il 9 giugno di vota per le Europee, ma in autunno si voterà per Presidenziali e Politiche) con una previsione del 20% e 7 eletti dei 33 eurodeputati romeni. I quattro pilastri fondanti del partito sono: fede, libertà, famiglia e nazione. Come molte altre forze sovraniste promuove una visione di una «Europa delle nazioni» e ha anche come obiettivo la riunificazione tra Romania e Moldavia.

Per ora il suo ingresso in Ecr è sospeso per lo scontro storico che divide i romeni di Aur dal partito ungherese di Viktor Orbán, Fidesz. La faida politica nasce dalla posizione intransigente di Aur contro l'Alleanza democratica degli ungheresi in Romania (RMDSZ), che rappresenta la minoranza ungherese, prevalentemente in Transilvania. Per ora Orbán ha impedito che il rappresentante di Aur non potesse partecipare ai due principali appuntamenti sovranisti a Bruxelles e Madrid. Balázs Orbán, direttore politico di Fidesz, ha dichiarato che «la destra europea non può e non vuole collaborare con un partito politico che agisce violentemente contro una minoranza nazionale in Transilvania».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.