I Verdi austriaci travolti dal caso Lena Schilling: il podcast «La Tribuna»
In vista delle elezioni europee ecco il nuovo appuntamento quotidiano con «La Tribuna», la rubrica di approfondimento con uno sguardo a ciò che accade fuori dall’Italia nella corsa all’Europarlamento. Grazie a una sperimentazione della redazione del Giornale di Brescia con l’intelligenza artificiale, la rubrica è disponibile ogni giorno anche in formato audio: tutte le puntate del podcast sono disponibili su Spreaker, Spotify e le principali piattaforme di ascolto.
I Verdi austriaci sono nella bufera. La candidata di punta della lista per le elezioni europee, Lena Schilling, si è ritrovata al centro del dibattito politico nazionale. È addirittura intervenuto il presidente della Repubblica austriaca, il verde Van der Bellen. Questo potrebbe essere un bene, se non fosse che ciò di cui si dibatte è la sua tendenza a dire bugie e il contenuto di una serie di chat diffuse dal quotidiano Der Standard che mettono in discussione la posizione propria della 23enne viennese.
Lena Schilling, dopo un breve periodo di silenzio, è ricomparsa sui social con un video parlando ad elettori e simpatizzanti scusandosi e soprattutto promettendo di andare avanti per la sua strada.
Ma partiamo dall’inizio. In vista delle elezioni europee i Verdi, che oggi sono in maggioranza in Parlamento e sostengono il cancelliere dei cristianodemocratici Karl Nehammer e con 5 ministri al governo, hanno dovuto scegliere il loro candidato di punta. La capodelegazione Monika Vana, dopo dieci anni al Parlamento europeo, a febbraio ha annunciato di non volersi ricandidare «per lasciare spazio ad una nuova generazione». Anche Sarah Wiener ha deciso di non ricandidarsi. A quel punto i Verdi a febbraio hanno scelto Lena Schilling, attivista e leader dei Fridays for Future austriaci. Sicuramente un ricambio generazionale, ma che si è dimostrato un azzardo alla luce delle polemiche che si sono scatenate nei mesi a seguire. Innanzitutto la Schilling avrebbe parlato di violenze subite da un giornalista che ora l’ha denunciata, in accordo con la moglie, per diffamazione. Per altro un’indagine interna aveva dimostrato che le accuse erano infondate. Ma il colpo di grazie è arrivato nel momento in cui il quotidiano Der Standard ha pubblicato alcune chat in cui Lena Schilling, qualche giorno prima del 24 febbraio quando è stata ufficialmente indicata come candidata di punta, scrivendo ad un’amica sosteneva: «In tutta la mia vita non ho mai odiato nessuno tanto quanto i Verdi ». In un altro messaggio scriveva: «Poi vengo eletta e i Verdi non possono più fare niente»; questo si riferiva all’ipotesi di passare immediatamente al gruppo parlamentare della Sinistra europea una volta approdata a Bruxelles.
La difesa della candidata è stata innanzitutto legata al fatto che quelle conversazioni fossero legate a chat personali con alcuni amici e che questo non ha nulla a che fare con la politica. Il leader dei Verdi e vicecancelliere Werner Kogler ha descritto le accuse come «anonymes Gefurze» (tradotto «scorregge anonime»). Ora però l’ultimo sondaggio dà la Schilling al penultimo posto della fiducia degli elettori e la campagna elettorale dei Verdi sembra compromessa: sono passati dal 14% al 9% da inizio maggio, perdendo di fatto un potenziale eurodeputato (da 3 a 2). In Austria si vota un’unica lista nazionale le preferenze. L’Fpoe, affiliato a Identità e Democrazia e partito che fu di Haider, è dato per favorito con il 27%.
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