Europee 2024, programmi a confronto

Il pacifismo di leghisti e pentastellati, destra e sinistra divise sull’ambiente: differenti visioni d’Europa, ma anche differenze sulle politiche che l’Unione europea deve mettere in campo
Per le Europee oltre 982mila gli elettori bresciani - Ansa © www.giornaledibrescia.it
Per le Europee oltre 982mila gli elettori bresciani - Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Differenti visioni d’Europa, ma anche differenze sulle politiche che l’Unione europea deve mettere in campo. Se si confrontano i programmi dei partiti europei, quelli che accolgono anche le forze politiche italiane, si scorgono differenze evidenti.

Eccezioni

Prima di procedere all’analisi di costanti e discontinuità è necessario fare alcune precisazioni: il gruppo europeo di cui fa parte la Lega, Identità e Democrazia, non ha un programma comune; piuttosto ogni partito a livello nazionale può avere una sua linea programmatica: questo ad ulteriore dimostrazione, di come i componenti di ID non credano in politiche comunitarie o paneuropee. Differente il caso del Movimento 5 Stelle: nell’ultima legislatura europea è rimasto relegato tra i non iscritti, quindi i riferimenti sono esclusivamente al suo programma. Tuttavia questa condizione di non affiliati pare destinata a terminare all’indomani del voto: Giuseppe Conte ha dichiarato più volte che il riferimento sono forze progressiste e pacifiste. Il M5s potrebbe formare un nuovo gruppo con altri partiti della sinistra populista oggi non presenti al Parlamento europeo.

Linee rosse

Sulla guerra si marcano le distanze tra le forze politiche ed è forse la parte su cui in Europa si è più dibattuto negli ultimi mesi. Se tutte sono concordi nel sostegno all’Ucraina, allora le differenze emergono ad esempio sull’invio di armi, M5s, Lega e Avs sono contro nuove forniture a Kiev. L’idea espressa è chiara: «Continuando a fornire armi non ci sono spazi per aprire un negoziato». Conte, Salvini e Fratoianni non si esprimono nemmeno sull’adesione dell’Ucraina all’Ue, ma sono concordi nel bocciare l’ipotesi di esercito europeo, che invece è tra i capisaldi del programma del Partito popolare europeo come la stessa presidente uscente della Commissione Ue, von der Leyen, ha avuto modo di ribadire più volte.

Una posizione sostenuta anche dai liberaldemocratici, sia nella versione macronista sia nella versione italiana, sia in quella Alde con la tedesca Strack-Zimmerman. Più sfumata la posizione del Pd a trazione Schlein, che rispecchia le contraddizioni interne al gruppo socialista: sia sulla guerra sia sull’ipotesi di esercito europeo.

Su migrazioni e Green Deal invece le differenze tra un ipotetico campo largo e il centrodestra sono più marcate. In particolare sulla revisione degli obiettivi per la neutralità climatica entro il 2050 in molti sono concordi ma con finalità opposte: c’è chi vuole rivederlo per eliminarlo (FdI, Lega) e chi come i Verdi lo vorrebbe più stringente per anticipare la neutralità climatica. 

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