Europee 2024, ore decisive per Giovanni Mori (Alleanza Verdi Sinistra) in lizza come terzo bresciano in Ue

È il bresciano col maggior numero di preferenze (19.434), il volto dell’attivismo di questa rapidissima campagna elettorale per le Europee
Giovanni Mori è il candidato bresciano che alle Europee ha ottenuto più preferenze © www.giornaledibrescia.it
Giovanni Mori è il candidato bresciano che alle Europee ha ottenuto più preferenze © www.giornaledibrescia.it
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È il bresciano più preferenziato, il volto dell’attivismo di questa rapidissima campagna elettorale per le Europee e con le sue 19.434 preferenze, di cui 6.700 solo nella nostra provincia, ha contribuito (non poco) all’exploit lombardo (e, soprattutto, bresciano) di Alleanza Verdi Sinistra, che nel Nord-Ovest conquista due seggi, tanto da parlare di «effetto Mori». Eppure Giovanni Mori, 31 anni, rischia di rimanere fuori dall’Europarlamento. Davanti a lui, dopo i big nazionali, c’è solo Benedetta Scuderi a distanza di una manciata di voti (20.346).

«È un numero di preferenze che supera ogni nostra più rosea stima. Oltre ogni previsione, direbbero a Hogwarts - dice, con la solita battuta pronta -. Sembrava impossibile raggiungere un numero del genere, in soli due mesi, con il budget limitato e candidati da indipendenti all’interno della circoscrizione più tosta di tutte, con 15 milioni di abitanti, la più ambita. Eppure l’abbiamo raggiunto. Significa uno stadio pieno di persone che ha deciso di uscire di casa, andare ai seggi e scrivere il mio nome. Se qualcuno ci ha incontrato in giro, forse può intuire come questo sia stato possibile, col senno di poi: ho sempre parlato al plurale. Sembravo quasi schizofrenico a volte a dire "siamo candidati", ma era troppo inculcato nella mia mente che quello che stavo facendo era solo dare voce al lavoro di un’intera squadra, di una comunità con delle idee, che in tanti condividevano anche se, appunto, potevano sembrare impossibili. Pensare in grande sapendo che i tempi ci chiedono di farlo, anche se sembra impossibile ha pagato - ripete con sicurezza Mori -. Quello che abbiamo fatto è già incredibile. Sembrava impossibile mettere questi temi così grandi e fondamentali al centro, come una transizione giusta».

Poi, la frase che tiene socchiusa la porta: «Capiremo solo tra poco se potrò effettivamente fare parte della squadra degli eletti al Parlamento europeo, e mi toccherà prendere la bicicletta per andare a Strasburgo, oppure no». Perché in verità per Mori uno spiraglio ci sarebbe, ma al momento è ancora fatto di «se». Per riuscirci serve che i tre big (Ilaria Salis, Domenico Lucano e Ignazio Marino), candidati in più circoscrizioni, optino per mantenere il proprio seggio altrove e non nel Nord-Ovest. Una decisione che ha molto poco a che vedere con i singoli e parecchio a che vedere con le scelte del partito romano: è chiaro che i giochi si fanno nella Capitale e che la scelta è ora nelle mani dei leader dei due partiti.

Una scelta politica, quella che Alleanza Verdi Sinistra si trova a dover compiere, ma soprattutto una scelta di visione e di coerenza. Che risponderà a una domanda semplice: l’Alleanza crede davvero nella generazione under 35 e nell’attivismo, oppure questo resta solo un principio per catalizzare consensi? La risposta non tarderà ad arrivare. 

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